MOTOGP

Voglia di rivincita: Marquez come Valentino?  Poche analogie, tante differenze

Il passaggio dello spagnolo da Honda a Ducati ha poco o nulla in comune con i precedenti del "Dottore" tra Honda,Yamaha e Ducati

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Voglia di rivincita: Marquez come Valentino?  Poche analogie, tante differenze - foto 1
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Marc Marquez come Valentino Rossi: il grande salto. La tentazione di paragonare il passaggio "armi e bagagli" (o meglio casco, tuta e casomai qualche fidatissimo collaboratore) tra i due rivali di un tempo viene facile e potrebbe scatenare più di una voglia di fare confronti nei prossimi mesi. Quelli che ci separano dal primo GP del 2024 (primo weekend di marzo) o magari "già" dai test di Sepang di un mese prima. Il contesto della mossa di Valentino esattamente vent'anni fa e quello del recentissimo switcj by Marquez è però molto diverso. E come detto non ci riferiamo (con riferimento al "Dottore") di quello - sfortunato - dalla Yamaha alla Ducati nel 2011, tantomeno del ritorno di Vale in sella alla moto giapponese due anni più tardi.

 

Voglia di rivincita: Marquez come Valentino?  Poche analogie, tante differenze - foto 2
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A livello di motivazioni del momento, nessun dubbio che - per campioni del livello di Rossi e Marquez - saltare giù da una moto per montare su un'altra abbia in tutti i casi illustrati sopra rappresentato un'esigenza legata al desiderio di rivincita: che si trattasse di tornare a vincere oppure di prendersi delle rivincite. Come quelle che Valentino rincorreva lasciando la Honda e il team ufficiale Honda HRC (con il quale aveva vinto i primi tre dei suoi sette titoli nella premier class-500 e MotoGP), per poi infilarne due consecutivi con la Yamaha che non vinceva più nulla (se non episodicamente) da una dozzina di stagioni: nel 1992 l'ultimo "episodio" iridato della trilogia consecutiva di Wayne Rainey e del Team Roberts.

Il caso di Marquez è molto diverso. Anche lo spagnolo che punta a tornare a pieno titolo (iridato...) Cannibale si lascia alle spalle il team ufficiale Honda e lo fa dopo ben sei titoli in sette stagioni, l'ultimo dei quali però risale al 2019, prima di quattro stagioni falcidiate dagli infortuni, da una moto non più competitiva in modo costante tranne su alcune piste-feticcio e da un rapporto pilota-moto-squadra evidentemente logoro.

Voglia di rivincita: Marquez come Valentino?  Poche analogie, tante differenze - foto 3
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Non solo: Rossi lasciò HRC per entrare in un altro team ufficiale. Pur di tornare a lottare per il titolo (e prima ancora a mettersi di nuovo alla prova per il massimo traguardo), Marc ha accettato di montare su una Ducati in versione clienti (quella Gresini), dentro uno scenario ducatista che vede in sella alla moto italiana tutti i candidati al titolo: nel team ufficiale o con una Desmosedici uguale a quella ufficiale ma affidata ad un team clienti.

Viene insomma da dire che Marc ha accettato di prendere la strada più lunga per provare ad accorciare la distanza con i piloti di riferimento di oggi e che la sua vera sfida (dal 2025 in avanti casomai) potrebbe avere un marchio e colori diversi. Intanto, massima stima per Marc che scommette praticamente tutto sulla sua voglia di rivincita. E lo fa quando tutto - almeno in apparenza, ma non per lui - sembra dire che la scena appartiene ormai ad altri.

  

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