Il torinese spiega le esternazioni del Red Bull Ring: "Bisogna essere più pacati, ma purtroppo, essendo una persona che dice quello che pensa, faccio più fatica"
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Più che su Marc Marquez, in Ungheria gli occhi della MotoGP sono tutti puntati su Pecco Bagnaia, dopo le esternazioni in Austria. "Cosa succede a Pecco? Niente, in realtà. Ci sono diverse difficoltà, sono sette mesi che non riesco ad utilizzare come vorrei il potenziale di questa moto e andiamo avanti in diverse direzione per cercare una quadra", ha detto al Balaton Park. Con i vertici Ducati "mi confronto dopo ogni weekend di gara. Si é in difficoltà tutti insieme e si cerca insieme di trovare una soluzione. Ci sono problemi che ci portiamo avanti da inizio anno e la soluzione ancora non c'è".
Bagnaia ha assicurato di sentire l'appoggio del team, anche se certe dichiarazioni nel dopo Austria, "un po' per colpa mia", hanno dato l'impressione di uno scollamento. "Quando si arriva alle interviste arrabbiati", con "tanti giornalisti che ti chiedono cosa c'è che non va, bisogna essere più pacati - ha ammesso - . Purtroppo, essendo una persona che dice quello che pensa, faccio più fatica".
Sulla nuova pista ungherese: "Su un circuito nuovo tocchi la moto il meno possibile, ma cerchi solo di adattarti facendo più giri possibile. E' un circuito molto, molto piccolo. Quindi bisognerà vedere se la MotoGP riuscirà a starci o no".
Addio alla Ducati dal 2027, quando scadrà il contratto? "Onestamente, è un qualcosa a cui non sto pensando. Se potrò rimanere, rimarrò. Se non sarà possibile, proverò ad andare da qualche altra parte, ma la mia priorità è vincere di nuovo con la mia moto e la mia squadra. Non ho mai pensato a cambiare e penso che nessuno lo abbia fatto".