CORSI E RICORSI

Rossi e Yamaha, è il secondo divorzio

Nel 2010 Valentino venne messo all'angolo dopo il rinnovo di Lorenzo

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Rossi non è più al centro del progetto Yamaha. E’ la seconda volta che accade. La prima risale al 2010. Valentino chiese alla squadra di non rinnovare il contratto a Jorge Lorenzo, Lynn Jarvis, numero uno del reparto corse, rispose confermando lo spagnolo in sella alla M1 e aumentando il suo ingaggio. A Rossi venne proposto lo stesso il rinnovo ma con il ritocco del compenso verso il basso verso il basso. Ciò che accadde è noto. Il dottore scelse l’unica opzione possibile, la Ducati. Due anni da incubo, prima del ritorno alla Yamaha, con un peso politico comunque ridimensionato rispetto al ciclo precedente.  Per la Dorna, che organizza il mondiale, era fondamentale che Rossi avesse a disposizione una moto competitiva, materiale che gli consentisse di tornare lassù, dopo aver vissuto per due anni a centro gruppo come una confusa macchia rossa. Oggi lo scenario è lo stesso, diverse sono semmai le dinamiche che hanno portato al divorzio. Nel 2010 la Yamaha lo mise all’angolo, ma alla fine fu Rossi a mettere la parola fine. Dieci anni dopo la Yamaha ha ragionato come una grande azienda che deve pianificare il proprio futuro, individuando in Vinales, 25 anni, e Quartararo, 20, nomi e volti sui quali puntare dal 2021 in avanti. Rossi è prossimo a compiere 41 anni, la coppia del futuro della Yamaha ne mette assieme 45. Anche l’anagrafe ha avuto un peso in questo divorzio che si consumerà alla fine del 2020.

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