MotoGP, Crutchlow fa scattare l'allarme doping

L'inglese della Honda: "Sono certo che qualcuno assuma sostanze vietate e diuretici per perdere peso senza sacrifici. E' un illuso chi pensa che qui non ci siano persone che prendono sostanze. Scorciatoie".

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E' sempre una questione di velocità, solo che non si tratta di limare centesimi dentro cento metri da correre tutti d'un fiato. Qui la velocità è di una moto che si porta sulla sella chilogrammi che possono valere una pole o il sorriso aperto sotto la bandiera a scacchi. Il doping a 300 chilometri orari, come scrive questa mattina La Repubblica, una certa impressione lo fa. Anche perché a denunciarlo sono i piloti stessi rompendo quella specie di solidarietà che un gruppo condivide sempre. Quante volte si è detto, ad esempio, che all'interno del gruppo dei ciclisti regna una sorta di omertà? Ecco, appunto. Qui no. Qui si parla.

Cal Crutchlow, uno non proprio di primo pelo, è stato chiarissimo: "Perché non fate più controlli? Sono certo che qualcuno assuma sostanze vietate e diuretici per perdere peso senza sacrifici. E che vengano utilizzate anche siringhe. E' un illuso chi pensa che qui non ci siano persone che prendono sostanze. Scorciatoie".

Ecco, appunto. E' qualcosa come tagliare una curva per sorpassare l'avversario: "Dimostriamo di non avere niente da nascondere - è l'appello di Crutchlow ai colleghi -: sottoponiamoci a dei test severi, basta con quella m... di oggi". Insomma, basta nascondere la testa dentro un casco, gli occhi sotto una visiera. E poi, a giudicare dalle risposte, sono tutti d'accordo: "I controlli antidoping sono insufficienti, è tempo di cambiare".

Eppure, almeno a sentire Pernat, è una storia vecchia come la storia del motociclismo: "Kenny Roberts prima delle gare prendeva un farmaco - racconta - che gli permetteva di guidare lucido e sereno come fosse in gita in campagna". Il problema è che la gita era ed è a tutta velocità ed è arrivato il momento di cambiare qualcosa. I piloti chiederanno a Dorna e alla federazione internazionale di fare qualcosa in più dei 2-3 controlli (morbidi) annui. Perché perfino Valentino Rossi o Dovizioso, pur pensando che non esistano sostanze dopanti che ti possano permettere di vincere un GP, benedicono la "linea Crutchlow": "Ben vengano più controlli", dicono. Sperando che poi non si scoperchi un pentolone troppo pesante da digerire.

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