MotoGP, Rossi: "Siamo migliorati, a Jerez capiremo chi siamo"

Vale: "Punto al Mondiale". Dovizioso: "Quest'anno non lotteremo solo io e Marquez"

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La gara di Jerez sembra rappresentare un'incognita per i big della MotoGP, con il nuovo asfalto che secondo tutti cambierà le carte in tavola. "Rispetto al 2018 sono fiducioso e sono contento di essere qui da leader della classifica", dice Andrea Dovizioso. "La Yamaha è molto migliorata e qui capiremo il nostro livello, punto al Mondiale", è l'opinione di Valentino Rossi. E Marc Marquez sorride: "Abbiamo capito cosa non ha funzionato a Austin".

La MotoGP sbarca in Europa dopo i primi tre appuntamenti in giro per il Pianeta (Qatar, Argentina e Texas). E il tradizionale appuntamento di Jerez sembra presentare qualche inedita insidia per i contendenti alla vittoria finale: i leader della classifica sono infatti convinti che il nuovo asfalto che presenta il tracciato andaluso possa in qualche modo cambiare gli equilibri "Quest'anno l'asfalto diverso condizionerà tutti", ammonisce Andrea Dovizioso, leader della classifica e che a Jerez mai è arrivato sopra il quinto posto: "Non so esattamente cosa aspettarmi qui, ma sono più fiducioso rispetto all'anno scorso, credo che potremo essere più competitivi. Sono molto contento del risultato finale di Austin, siamo partiti un po' indietro ma sono riuscito a recuperare. E sono felice di arrivare qui con questa situazione di classifica, che dimostra come ci siano tanti piloti veloci. Negli ultimi due anni solo io e Marquez abbiamo lottato per il campionato, ma quest'anno sarà più difficile. E qui sarà diverso dall'anno scorso, perché anche i nostri avversari sono in condizioni diverse. Ma l'asfalto sarà basilare per capire a che punto siamo".

Dello stesso avviso anche Valentino Rossi, a sua volta molto ottimista per le recenti prestazioni della sua Yamaha dopo i secondi posti raccolti nelle ultime due gare: "Questo weekend sarà molto importante per capire se siamo forti e più veloci del passato, se la moto è migliorata. L'anno scorso qui abbiamo trovato parecchie difficoltà, io non sono mai stato veloce e sono andato male per tutto il weekend. Nelle ultime gare però sembra che siamo diventati più competitivi. Abbiamo migliorato la moto e questo weekend ci serve per capire quanto siamo forti e se siamo abbastanza veloci. Sono molto contento dell'avvio di stagione, nelle tre gare già disputate sono sempre stato abbastanza forte e ho portato a casa tanti punti, ora però inizia la fase cruciale della stagione. Da Jerez ci saranno molte gare europee con piste che amo, spero che capiremo meglio la situazione. Il mio obiettivo è cercare di lottare per il campionato, restare in lotta fino alla fine. E rispetto all'anno scorso l'atmosfera è migliore, tutto è in relazione ai risultati che si ottengono". Il Dottore ha anche parlato della curva dedicata a Dani Pedrosa su questo circuito: "Il fatto che Pedrosa abbia una curva qui a Jerez è molto bello, lui è sempre stato uno dei più veloci qui. Sinceramente però non mi piacerebbe avere una curva con il mio nome, se sarà possibile nel futuro dirò sempre di no. Non so dire perché, ma non mi piace molto. Questa è la mia idea. Meglio avere altri nomi, che hanno più magia rispetto a quelli di un pilota".

Chi va invece a caccia di riscatto su una pista in cui si è sempre trovato a suo agio è Marc Marquez, intenzionato a mettersi alle spalle il ritiro di Austin: "Quella è stata una domenica frustrante, ma dal lunedì mi sono già concentrato su Jerez. La cosa più importante è che con il team abbiamo capito perché io sia caduto, è importante perché stavo guidando molto bene e avevo totale fiducia sulla moto. Per questo per noi è stato difficile individuare cosa sia successo, ma poi analizzando i dati abbiamo capito. Mi sento molto bene con la moto fin dal Qatar e qui vogliamo mantenere l'alto livello già dimostrato. L'anno scorso siamo arrivati qui esattamente con gli stessi punti e cercheremo di essere competitivi anche quest'anno. Jerez è un circuito che mi piace, è vero che si adatta piuttosto bene al mio stile di guida, ma dobbiamo capire come adeguarci al nuovo asfalto e al livello degli avversari. Poi dovremo capire come sarà la pista il pomeriggio della gara, di mattina è più fresco ed è più facile correre, dovremo capire questo aspetto per essere competitivi fin dalla partenza". Un ulteriore battuta anche su quanto avvenuto in Texas: "La caduta è stata un errore mio, ma durante il weekend di Austin abbiamo avuto alcuni problemi, piccoli ma da risolvere, e che si sono presentati anche in gara. Era la prima volta in campionato che abbiamo trovato curve da affrontare in prima marcia, e per me è stato difficile capire perché sono caduto. Poi abbiamo capito che un motivo c'era. Non posso spiegare cosa, ma l'abbiamo capito. Non era facile, perché non si presentava a ogni giro, ma l'abbiamo individuato e risolto, ce lo portavamo dietro dall'Argentina, ora abbiamo fatto un test con Bradl e pensiamo di essercelo definitivamente messo alle spalle. In ogni caso è importante che dopo uno 0 in campionato siamo a 9 punti dal leader".

Alex Rins, che a Austin ha vinto la sua prima gara in MotoGP, ora non nasconde di averci preso gusto: "Ottenere la mia prima vittoria in MotoGP a Austin è stato incredibile, visto che è la pista dei miei primi successi anche in Moto3 e Moto2. Queste settimane sono state pazzesche, ma dopo la gara ho già pensato alla prova successiva di Jerez. Sono entusiasta di tornare in pista qui, con un nuovo asfalto vedremo come andranno le cose. Non ho fatto molti giri in MotoGP qui, l'anno scorso sono caduto presto. Ma nei test ho fatto tanti giri, mi sento preparato e credo che lo stesso valga per il team. Abbiamo lo stesso obiettivo, essere nel gruppo di testa cercando di lottare e se possibile vincere".

Ultima voce quella di Jack Miller, reduce dal podio texano con il Team Ducati Pramac: "Per me è stato un grande risultato, l'altro podio che avevo ottenuto in MotoGP era stato una vittoria sul bagnato, ma non è un risultato realistico. Un podio in una gara asciutta è sempre bello, dimostra che la moto funziona alla grande e io infatti mi sento molto a mio agio. Siamo andati forti in tutte e tre le gare e il team sta facendo un lavoro fantastico. Peccato non aver ottenuto un risultato importante in Qatar, per come si sono conformate le cose sarebbe stato interessante capire a che punto saremmo stati in classifica. Ma abbiamo fatto un ottimo lavoro, anche i test qui sono andati bene e quindi cerco di portare questo slancio positivo in questo weekend. L'asfalto nuovo sarà un'incognita per tutti. Qui l'anno scorso abbiamo ottenuto risultato discreto, ma dovuto a errori degli altri, quest'anno vedremo se andremo meglio. A Jerez il nostro passo è sempre buono, ma risultati sono stati negativi in passato. Vedremo se quest'anno andrà meglio, voglio confermare le buone sensazioni degli ultimi tempi".

I big impegnati nella conferenza stampa di Jerez dedicano poi un ricordo personale ad Ayrton Senna, all'indomani del venticinquesimo anniversario della sua scomparsa. "Era un pilota speciale, tutti lo amavano per il suo modo di guidare ma anche per il suo stile di vita. Fu una giornata orribile e che ricordo bene. Purtroppo anche questo fa parte dello sport, in quel periodo storico era più pericoloso correre e non si poteva fare nulla di diverso. Per fortuna da allora è diventato più sicuro correre, purtroppo questo è il nostro mondo", sospira Dovizioso. Ancora più personale il ricordo di Valentino Rossi: "Senna è uno dei piloti e in generale degli sportivi più iconici della storia. Per diversi motivi, per il suo carisma e il suo talento, è una fonte di ispirazione per tutti. Ricordo molto bene quel giorno, ero a Vallelunga e fu qualcosa di irreale. Già era stato un weekend difficile per la morte di Ratzenberger e l'incidente di Barrichello, erano arrivati a un punto di eccessiva pericolosità. Ricordo che Ayrton non voleva nemmeno correre, ma alla fine corse e dopo l'incidente rimase immobile in macchina. Non sembrava vero. Fu un giorno molto triste per il motorsport, abbiamo perso uno dei migliori della storia. Per fortuna da allora hanno cambiato le regole, purtroppo l'hanno fatto troppo tardi". Infine il pensiero di Marc Marquez, che quando Senna scomparve aveva appena un anno di vita: "Conosco la sua storia, il modo in cui guidava, e ho visto l'incidente. Ma ero troppo piccolo per ricordarmi di lui. Però mi è sempre piaciuto tanto, perché in pista dava tutto. A volte non conta quanto vinci, ma la passione che esprimi. Lui era quel tipo di sportivo, mi piacerebbe somigliargli". Valentino Rossi e Marc Marquez, infine, dedicano un pensiero anche a Iker Casillas. Le parole del Dottore: "Ho sentito la notizia del suo malore, è molto triste. So che sta bene, ma spero che possa tornare a giocare. Purtroppo la vita è questo, sono cose che capitano anche se sei uno sportivo e ti alleni molto. Anche se vivi una vita molto regolare può succederti in qualsiasi momento, è lo stesso per tutti e spero che Iker possa tornare a giocare". Ancora più filosofico Marquez: "A volte succedono cose strane da capire, lui è uno sportivo che vive una vita sana, è monitorato dalla squadra. Quello che gli è successo, però, è un monito per tutti. Spero che possa tornare al più presto più forte di prima, ma questo episodio è parte della vita. Bisogna godersi ogni giorno e non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi".

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