Nel fine settimana a Termas de Rio Hondo il primo dei due appuntamenti americani del Mondiale, sempre più orfano del "Cannibale" della Honda.
di Stefano Gatti© Getty Images
È un trono sempre più vacante, quello di Marc Marquez. L'incidente di Jerez 2020 ha innescato un effetto a catena che - come si dice spesso in questi casi - episodio dopo episodio trasforma il classico battito d'ali della farfalla in un vero e proprio uragano. A voler ben vedere, il dopo-Marquez è già iniziato, ben al di là dell'assenza del campione della Honda dall'albo d'oro della MotoGP negli ultimi due anni.
Non c'è due senza tre? Facilmente sì, perché il forfait di Marquez nell'imminente GP d'Agentina (e quello possibile, se non probabile) dal GP delle Americhe del weekend successivo, privano lo stesso Marc di due chances fondamentali per rimediare ad un primissimo scorcio di stagione sottotono - anzi peggio - con il quinto posto di Losail e l'uscita di scena in Indonesia a causa del volo nel warm up. A Termas de Rio Hondo ed ancor di più ad Austin, lo spagnolo ha spesso e volentieri dettato legge: tre successi in sei edizioni del GP d'Argentina (dove si torna a correre dopo due cancellazioni, consecutive e "pandemiche") tra il 2014 ed il 2019 appunto, addirittura sette su otto edizioni della tappa texana del Motomondiale.
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Non ce ne vogliano Marc, il suo entourage, la Honda ed i suoi tifosi. Il dato di fatto però è incontrovertibile. L'intero movimento ha appena chiuso un capitolo importante della propria storia (l'epopea di Valentino Rossi, comprensiva di una lunga coda declinante) ma di fatto si appresta già a girare un'altra pagina significativa del proprio cammino, anche se meno eclatante e romantica, perché completamente dominata dal "Cannibale". Gli eredi di Marquez sono ormai campioni affermati (del Mondo, nel caso di Quartararo), lo spazio per voltarsi indietro e controllare il vantaggio sul futuro che avanza non c'è più: il futuro stesso è già presente. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un campione che lotta per il proprio posto al centro della scena, ma che deve fare i conti con un fisico provato da battaglie che hanno lasciato il segno. Un capobranco che - inesorabilmente - ferito nel fisico e nell'orgoglio - perde il suo ruolo dominante. Stiamo estremizzando, naturalmente. L'inerzia dell'intera faccenda va però tutta in questa direzione.
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In Argentina intanto il Mondiale scattato in Qatar affronta la prima delle due tappe del suo tour nelle Americhe. A Termas de Rio Hondo Marquez i era imposto nell'edizione inaugurale della prova (2014) ed in quella più recente, due anni fa. A completare il tris, il successo del 2016. Tra i piloti attualmente in attività, solo Maverick Vinales (2017) ha già vinto in Argentina nella MotoGP. Nel 2018 ad imporsi era stato Cal Crutchlow, oggi collaudatore Yamaha, e nel 2015 a Valentino Rossi aveva messo a segno da queste parti la quintultima affermazione della propria carriera. Oltre a Quartararo ed a Bagnaia, anche l'attuale leader della generale Enea Bastianini ed il recente vincitore di Mandalika Miguel Oliveira sono a caccia della loro prima vittoria a Termas. Da parte loro, quattro piloti attualmente impegnati nella premier class sono riusciti a salire sul gradino più alto del podio, ma ovviamente lo hanno fatto nelle classi più piccole: Joan Mir e Marco Bezzecchi (Moto3), Franco Morbidelli e Johan Zarco nella Moto2 (quest'ultimo addirittura due volte).