MOTOGP

Dimenticare Motegi: Bagnaia in Thailandia per riprendere la caccia a Quartararo

Al Chang International Circuit si torna a correre dopo due cancellazioni consecutivi a causa della pandemia

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"Sono fatto così: ogni tanto mi si chiude un po' la vena". Parole (recenti) di Francesco Bagnaia. Parole alle quali sono seguite le opere... giapponesi, sotto forma di sorpasso mancato a Fabio Quartararo, a caccia di qualche punto in più: uno se la manovra nei confronti del campione in carica fosse riuscita, due se il nostro avesse poi fatto il bis "last minute" su Maverick Vinales. Sta forse qui - nel senso dell'autoritratto che Pecco dipinge - il suo attuale limite e il "reale" distacco dal Diablo che - da questo punto di vita - è ancora un paio di passi avanti. Nulla però è compromesso, perché il Gran Premio del Giappone (il suo podio lo certifica) ha di fatto segnato un episodio anomalo all'interno di un Mondiale la cui storia è molto diversa e la cui inerzia tutt'altra... e favorevole al candidato Bagnaia.

Splendida nella sua... inutilità (Ducati aveva vinto il titolo Costruttori nel recente arrivederci Europa" di Aragon), la vittoria di Miller a Motegi davanti a Binder e Martin non cancella le ombre giapponesi. Quartararo ha per così dire massimizzato il weekend giapponese, con un altrimenti anonimo ottavo posto che vale invece l'ampliamento da dieci a diciotto punti della forbice sul suo più diretto rivale Bagnaia. Con il senno di poi avrebbero anche potuto essere solo tredici, ma il recente pasticcio spagnolo e ducatista (noi continuiamo a ritenerlo tale) racconta un'altra storia: in termini di punti il ritardo equivale ad un secondo gradino del podio "imperfetto" al posto di un quarto al traguardo. Nell'economia di un volata finale fa una certa differenza, può farla. Invece no: il Diablo allunga il passo sullo stesso Bagnaia, sullo sfortunatissimo Aleix Espargarò e su un Enea Bastianini, quest'ultimo un po' "spuntato" rispetto alle ultime due uscite...

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Certo, le circostanze giapponesi hanno influito, con un weekend decurtato di un turno di prove e con la pioggia del sabato. Con l'eccezione di Espargarò (vittima dell'autogol Aprilia), scattati fuori dalla prima fila i piloti a caccia del titolo hanno sorprendentemente faticato a farsi largo, ostacolandosi a vicenda (Bagnaia e Bastianini, ancora loro) e quasi curandosi a vicenda. Tutto lascia prevedere una ripresa delle... ostilità alla massima potenza nel weekend di Buriram che è già dietro l'angolo.

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Quasi subito interrotta dall'emergenza sanitaria, la breve storia del Gran Premio della Thailandia incolonna due successi di Marc Marquez nel 2018 e nel 2019 (quando lo spagnolo chiuse i conti del suo ottavo titolo) e poi - appunto - più nulla. Il Cannibale dalla fame arretrata ha lasciato intravedere a Motegi la possibilità di un ritorno ai vertici anche più rapido del previsto. Potrebbe essere proprio l'arbitro del Mondiale? Beh, in un certo modo lo è già stato: ad Aragon, a vantaggio di Bagnaia. A proposito, in Thailandia il ducatista ha vinto nel 2018 la gara della Moto2, con Quartararo quinto al traguardo. L'anno dopo invece entrambi erano saliti nella premier class, per un'inversione di tendenza che vide il francese secondo alle spalle di Marquez sulla Yamaha Petronas e Bagnaia solo undicesimo con la Ducati Pramac.

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