Roma, ecco Petrachi: "Higuain il nostro Batistuta. Dzeko? Nessuno ci ricatta e Barella è un capitolo chiuso"

"La proprietà decide come e chi vendere, se un giocatore vuole andare via ci porti un'offerta giusta da parte di un club"

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Dopo il lungo tira e molla col Torino, Gianluca Petrachi è diventato il nuovo direttore sportivo della Roma. Nel giorno della sua presentazione a Trigoria, il dirigente ha toccato diversi temi caldi di mercato tra cui il possibile addio di Dzeko e l'eventuale trattativa per Higuain. "Innanzitutto è un onore essere qui alla Roma. Dobbiamo essere realisti, siamo all'anno zero con una squadra che deve ripartire con valori e qualità morali. Sceglierò prima gli uomini e poi i calciatori. Mi impegnerò - ha assicurato Petrachi - a portare disciplina e senso di appartenenza che è la cosa più importante".

La parte più scottante però riguarda le trattative in entrata e in uscita, nomi sui quali Petrachi non si è nascosto, anzi: "Chi discute Higuain è un pazzo. Potrebbe far comodo alla roma qualora Dzeko andasse via. Se si dovesse aprire qualcosa con la Juve ci sarà comunque bisogno di motivazione da parte del giocatore. Per ritrovare il migliore Higuain non c'è posto migliore della Roma e potrebbe essere un nuovo Batistuta".

La trattativa va avanti, dunque. E le condizioni poste dalla Juve sono le seguenti: i bianconeri prolungherebbero il contratto di due anni al Pipita portandolo fino al 2023 e chiedono alla Roma un prestito biennale oneroso di 20 milioni, con riscatto obbligatorio a 10. In questo modo i bianconeri eviterebbero una minusvalenza nonostante i 90 milioni pagati al Napoli tre estati fa.

Diverso il discorso su Dzeko: "Deve passare il messaggio che non è che uno si sveglia la mattina e decide di andare via e ci ricatta: la Roma non dev'essere ricattata da nessuno. Se qualcuno non vuole restare qui, si presenti con una squadra che presenti la giusta offerta e può andare. Non mi interessa se un giocatore ha un accordo con un'altra società, è la proprietà che decide. Se l'Inter vorrà Edin dovrà pagarci bene il cartellino". Come nel caso Manolas: "L'agente mi aveva detto che il giocatore voleva andare via, ma gli ho detto che lo avremmo ceduto solo col pagamento della clausola, altrimenti restava giallorosso".

Infine il capitolo Barella, con il presidente del Cagliari che ha parlato di un accordo tra le società ma con l'Inter nel mezzo: "Su di lui sono state dette tante inesattezze. Lui era molto contento di venire alla Roma, ancora prima che arrivassi io il suo procuratore aveva parlato più volte con la Roma. Nei vari passaggi societari si è un po' perso il discorso e nel frattempo si è inserita l'Inter con Conte che ha chiamato il giocatore per convincerlo, giocandosi la carta Champions. Io non ho mai cercato Barella, è il Cagliari che ha cercato la Roma. O il giocatore mi chiama per dire che ci ha ripensato e a quel punto se ne parlerebbe, oppure per me è un discorso chiuso. Voglio solo giocatori motivati a vestirsi di giallorosso".

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