Solo Ricci e Pietro Terracciano parlano italiano: in tanti hanno salutato
Doveva essere un Milan più italiano, e invece il mercato sta dicendo tutt'altro. Anche in questa finestra di trasferimento i rossoneri stanno puntando sugli stranieri, ormai un classico delle ultime annate. L'unica eccezione è legata a Samuele Ricci, arrivato dal Torino per prendersi la regia. Senza dimenticare Pietro Terracciano, tesserato come vice-Maignan. Sono decisamente di più invece gli 'italiani' ceduti finora tra A e B: Pobega, appunto Sportiello, Florenzi (era in scadenza di contratto), Colombo e Camarda. E molto presto anche Filippo Terracciano, corteggiato da Verona e Cremonese, potrebbe lasciare Milanello.
Al netto della linea, condivisa o meno, condotta anche dal ds Tare, sono scontate anche le conseguenze sulla lista da presentare alla per disputare la prossima Serie A. Lista che deve essere composta da 25 calciatori, dei quali almeno otto formati in un vivaio di un club italiano. Di questi, almeno quattro, devono provenire dal settore giovanile dello stesso club.
Facendo il punto sul Milan, al momento sono solo due gli italiani formati nel Bel paese e certi di restare: Pietro Terracciano e Samuele Ricci, appena acquistato. Rientrerebbe in questa categoria anche Warren Bondo, in quanto tesserato da club italiani per tre stagioni intere tra i 15 e i 21 anni. Il centrocampista però, è sulla lista dei partenti.
Gabbia, Bartesaghi e Torriani invece, sono gli unici prodotti del settore giovanile del Milan. Al netto di Mattia Liberali, in procinto di salutare. Chiaro anche l'indizio di mercato: per rinforzare la rosa di Allegri senza toccare la lista dei 17 stranieri Tare potrebbe guardare anche a profili 'alla Bondo'. Ossia a tutti gli effetti stranieri ma sulla carta formati in Italia per via di quanto previsto dal regolamento e spiegato sopra. In sostanza con breve passato in Italia nell'età giovanile ma a conti fatti decisivo.