MILAN

Milan, Maldini: "Priorità al centrale. Milenkovic e Ajer? Lavoriamo su altri nomi"

Il direttore tecnico dei rossoneri: "A centrocampo con l'arrivo di Tonali siamo più che tranquilli"

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La Champions, il mercato e il ruolo di dirigente: prima dell'esordio in campionato a San Siro con il Bologna Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, ha parlato degli obiettivi dei rossoneri per la stagione che sta iniziando: "Non ci è stato chiesto di andare in Champions, ma di provarci. Non ci poniamo limiti - le parole dell'ex capitano, che poi ha toccato il tema mercato - Una delle priorità è sicuramente il difensore centrale, a centrocampo con l'arrivo di Tonali siamo più che tranquilli. Milenkovic e Ajer nomi più caldi? Direi di no, ce ne sono altri".

"Abbiamo ancora speriamo due turni preliminari di Europa League, poi ci sarà una stagione intensa - ha spiegato Maldini, che non ha voluto sbottonarsi sui nomi più caldi - Milenkovic e Ajer? Direi di no, ce ne sono altri, questi due possono far parte di quel novero. Ma in questo momento non sono i nomi sui quali stiamo lavorando". "Avevamo delle priorità e siamo riusciti a metterle a posto. Avevamo un'idea su come costruire la squadra condivisa con la società, tenendo conto dell'ingaggio e del monte ingaggi. In questo senso siamo coerenti con quanto fatto lo scorso anno", ha aggiunto. 

"Da dirigente, come nella vita, c'è sempre da migliorare. Sono sette anni che si parla di Champions e non ci qualifichiamo. Credo che nella scorsa stagione sia stato creato qualcosa di diverso, e il progetto è stato confermato. I frutti si devono vedere: non ci è stato chiesto di andare in Champions, ma di provarci. Non ci poniamo limiti, è giusto riconoscere che ci sono squadre più attrezzate, ma se ci sarà l'occasione proveremo a farci trovare pronti", ha detto ancora Maldini, che poi si è soffermato sul nuovo ruolo di dirigente: "La responsabilità la sento per il passato, per il legame con la società e per i tifosi, che mi vedono come una garanzia. È un ruolo che richiede responsabilità ed è un ruolo che è cambiato rispetto a quando ho iniziato con Leo. È cambiato nelle idee, nella visione e su come valutare i giocatori. È cambiato da quando guardavo le partite sul divano, tante cose si dicono senza conoscere quale sia la realtà di un dirigente. In questo mi credo sicuramente cresciuto".

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