L'attaccante messicano non ha convinto nei primi mesi in rossonero e sa di avere i riflettori puntati addosso. Un primo grosso dilemma per il tecnico
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La Gold Cup vinta con il Messico ha fatto ritornare il sorriso a Santiago Gimenez dopo una prima parte di 2025 ambiziosa, ma deludente dopo il passaggio dal Feyenoord al Milan a gennaio. Frutto di un investimento importante della società rossonera non è riuscito ad ambientarsi immediatamente nel calcio italiano e le prestazioni, ancora prima dei numeri, non sono stati all'altezza delle aspettative, pur con diverse scusanti da poter giocare. Il fatto che il Milan cerchi un centravanti d'area di rigore, come ammesso dallo stesso ds Igli Tare, è una conferma che il ruolo di Gimenez per il 2025/26 non è così chiaro.
La Gold Cup vinta non è arrivata da protagonista, anzi. Nessun gol e una comparsata nella finale vinta contro gli Stati Uniti hanno raccontato di un torneo vissuto ai margini, concluso anche con un infortunio alla mano sinistra nei pochi minuti giocati. Certamente non l'apporto e i riflettori attesi per un attaccante acquistato per 35 milioni di euro da una società importante come il Milan e su cui il Diavolo ha dichiarato in passato di puntare per il futuro.
Un proposito che ora deve trasformarsi in certezza dopo il cambiamento radicale tra società, con l'arrivo di Igli Tare nella parte sportiva, e Massimiliano Allegri in panchina. Proprio il tecnico alla sua seconda esperienza al Milan ha la parte più difficile da svolgere quando potrà avere Gimenez a disposizione: da una parte la necessità di rilanciarlo in campo, dimostrando che un periodo di adattamento è necessario per tutti in Serie A; dall'altra la consapevolezza di non poter perdere altro tempo o fare la scelta sbagliata in un ruolo fondamentale per il gioco del tecnico che ha sempre avuto bisogno di un terminale affidabile per numero di gol e lavoro svolto per la squadra.
Una punta arriverà comunque dopo gli addii a Jovic, Abraham e Camarda, ma Gimenez sa di essere già sotto osservazione perché i profili cercati, studiati e trattati sono di prima fascia e non per fargli da riserva. Dubbi che sono arrivati fino agli Stati Uniti dove lo stesso attaccante messicano ha fatto capire di essere al corrente di doversi sudare la maglia da titolare persa tra aprile e maggio in favore di Jovic: "A Milano sto vivendo un sogno - ha dichiarato -. Sono uscite molte voci sul fatto che io possa partire, ma sto molto bene lì. Ho parlato con dirigenza e staff tecnico e l'idea è che io resti. Voglio mostrare la mia versione migliore per non sprecare un'occasione così".