Da Maldini a Theo Hernandez, passando per Tonali e Calabria: quando la fascia... balla
L'incontro di Ibiza tra Theo Hernandez e Maldini © Foto da web
Un capitano via l'altro - e per via si intende venduto o allontanato - nello stretto giro di qualche anno, nel segno di una continuità al contrario che elimina prove di milanismo e certifica l'assenza totale di identità e di appartenenza. Il conto è presto fatto e fa una certa impressione: il 5 giugno 2023, dopo uno scudetto e una semifinale di Champions, Gerry Cardinale licenzia Paolo Maldini (e con lui Frederic Massara), storico capitano rossonero passato dietro alla scrivania per tenere vivo un contatto tra il Milan del passato e quello che si stava costruendo.
Nemmeno un mese dopo, il 3 luglio 2023, lascia Milanello, per questioni di bilancio e a fronte di un'offerta considerata irrinunciabile dalla dirigenza, Sandro Tonali, capitano in pectore alle spalle di Davide Calabria, cacciato poi a sua volta il 3 febbraio di quest'anno. L'ultimo capitano in uscita, notizia di ieri, curiosamente a sei anni esatti dall'incontro di Ibiza con Maldini che portò all'accordo tra i due, è Theo Hernandez, messo praticamente alla porta e pronto a trasferirsi all'Al Hilal. Mike Maignan, che ne ha ereditato la fascia nel corso dell'ultima, travagliata, stagione, è stato a un passo dal Chelsea. Rafa Leao, capitano saltuario, resta in sospeso tra la manifestata volontà di trattenerlo e l'attesa di un'offerta del Bayern cui non poter dire no. Il che, come tristemente noto, chiarisce, se non proprio un modo di agire, se non altro la consolidata convinzione che nessuno sia indispensabile. Inutile scomodare le bandiere, siamo decisamente e per tutti in un'altra epoca calcistica.
In questo senso il passaggio dal "Capitano, mio capitano" pronunciato in segno di riverenza nei confronti del leader riconosciuto di un gruppo, a "Capitano, addio capitano" è stato davvero brevissimo. Salvo poi chiedersi perché una squadra considerata unanimamente senza leadership venga annualmente decapitata degli uomini più rappresentativi senza fare un plissé. La sensazione è che il bastone del comando, fuori e dentro lo spogliatoio, sia stato consegnato a Massimiliano Allegri (e in parte a Igli Tare) - dopo aver provato malamente a metterlo nelle mani di Ibrahimovic - senza comprendere la reale importanza di un "cuscinetto" tra la squadra e chi la guida e rischiando di conseguenza altre fratture dopo quelle dell'ultimo campionato prima con Fonseca e poi con Conceiçao.
A chi affiderà questo compito Allegri? A Maignan, che ha ufficialmente chiesto la cessione ed è rimasto controvoglia in attesa di liberarsi a zero tra un anno? O magari a Leao, nella speranza che tanto basti a responsabilizzarlo? Perché nei fatti, tra leadership e numero di presenze, in genere criteri universali per questa scelta, non c'è realmente nessuno che sembri adatto al ruolo. Avrebbe potuto indossare la fascia Reijnders, ma anche lui ha fatto le valigie e salutato la truppa. Potrebbe indossarla, sempre che il suo acquisto sia confermato, Luka Modric. Chi altro?