Prima il bosniaco (e Barella), poi i dirigenti nerazzurri incontreranno quelli del Manchester per capire le reali intenzioni sul belga
I due obiettivi sono noti, anzi arcinoti: l'Inter vuole Dzeko e Lukaku per un attacco capace di sostenere il doppio impegno campionato-Champions. Il bosniaco è un pallino di Marotta e il suo ingaggio è stato pensato già prima che la sentenza definitiva sul futuro di Icardi venisse pronunciata di comune accordo tra società e nuovo tecnico. Le difficoltà degli ultimi giorni, e la conseguente frenata in una trattativa che si pensava potesse invece chiudersi già a giugno per essere poi annunciata a inizio luglio, non hanno incrinato nè la volontà nè l'ottimismo tanto dell'Inter quanto di Dzeko: la decisione del giocatore è chiara (e comunicata dallo stesso attaccante alla Roma) e la società nerazzurra da parte sua ha alzato la prima offerta salendo fino a 12 milioni, considerandola più che congrua per un 33enne che si svincola tra un anno dal suo attuale club. La Roma, arroccata nelle scorse settimane sui 20 milioni inizialmente richiesti, deve fare i conti proprio con il contratto in scadenza tra dodici mesi e un compenso annuo di 4,5 milioni netti (più bonus) da corrispondere al bosniaco: il rilancio nerazzurro ha così portato al disgelo tra le parti. E l'affare, dunque, si farà. Anche in tempi relativamente contenuti.
Diversa, più complessa e intricata, è invece la situazione di Romelu Lukaku. Le voci di un viaggio di Marotta e Ausilio in Inghilterra per incontrare la dirigenza del Manchester United affondano nella necessità da parte dell'Inter di prendere in mano una trattativa sinora condotta solo attraverso intermediari e mai invece direttamente tra club e club. Un viaggio che non è avvenuto oggi (i plenipotenziari del mercato nerazzurro hanno preferito presenziare agli allenamenti della squadra nel ritiro di Lugano) e che non è in programma neppure nei prossimi giorni. Ma questo non significa che non ci sarà: prima però si vuole chiudere per Dzeko e Barella.
Ci sarà, il viaggio, perché l'Inter vuole capire se e come gli 83 milioni di euro richiesti dagli inglesi per l'attaccante belga siano trattabili e, nel caso, quanto sia possibile abbassare la suddetta cifra. Perché Lukaku, indipendentemente da quanto dichiarato pubblicamente da Solskjaer, è sul mercato ma, complice anche lo stallo nel caso-Icardi, Suning non è disposta a investire una cifra tanto alta, indipendentemente dalla formula di acquisto (prestito biennale oneroso con successivo obbligo di riscatto). Il blitz (chiamiamolo pure così) dovrà quindi chiarire quante possibilità reali ci siano per intavolare una trattativa dall'esito positivo e stando alle indicazioni-volontà di Conte anche la minima apertura andrà sfruttuta sino in fondo.