La Premier pensa alla retromarcia: il mercato chiuderà insieme al resto d'Europa

La prossima riunione dei club dovrebbe sancire il ritorno al passato

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La Premier League è pronta a tornare sui suoi passi dopo appena due anni e dal prossimo anno la chiusura della campagna trasferimenti dovrebbe riallinearsi a quella del resto d'Europa. Secondo quanto appreso dal Daily Mail, infatti, i club inglesi si sarebbero ritenuti danneggiati dalla chiusura del mercato in entrata l'8 agosto, il giorno prima del via del campionato. La prossima riunione dei club a settembre dovrebbe sancire il ritorno al passato (la questione potrebbe essere solo discussa e le votazioni invece rimandate a novembre), il cui voto si preannuncia una formalità perché a guidare la truppa degli scontenti sono 5 delle Big Six (Manchester City, Manchester United, Arsenal, Liverpool e Tottenham, contrario solo il Chelsea) oltre al Leicester. Per tornare alle origini è sufficiente la maggioranza assoluto, ovvero 11 voti su 20.

Mentre in Italia, in Spagna e nel resto d'Europa gli allenatori si sono lamentati per la finestra di mercato troppo lunga e le conseguenti distrazioni dei calciatori chiedendone la riduzione, in Inghilterra stanno valutando una seria marcia indietro. Troppo penalizzante le oltre tre settimane di chiusura anticipata rispetto agli altri maggiori campionati. La scelta inglese di chiudere la sessione prima dell'avvio del campionato è di certo apprezzata dalla maggior parte degli allenatori, che possono così lavorare con un gruppo ben definito una volta che si sono aperte le ostilità, ma effettivamente il folto calendario britannico manda in campo le squadre un po' troppo presto. La soluzione migliore sarebbe, quindi, quella di allineare la chiusura di tutti i principali tornei e trovare un compromesso sulle date: intorno al 20 agosto potrebbe accontentare tutti. Altrimenti nel 2020 all'ammucchiata settembrina parteciperanno anche i club d'Oltremanica.

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