Formula E, il FanBoost fa discutere

Il Ceo Agag risponde ad Abt, che parla di "brogli": "E' tutto monitorato e funziona"

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La Formula E non è uno scherzo e più passano le gare, più si sta rivelando una faccenda seria. Anche per i piloti, non solo per i grandi costruttori che vi partecipano con non pochi investimenti. Per questo le parole di Daniel Abt, che accusava presunti "brogli" nelle votazioni per il "FanBoost", definendo una "catastrofe" la manipolazione del sistema che assegna più energia ai tre piloti più votati dagli spettatori tv, soprattuto a Santiago del Cile, non sono andate giù al Ceo del campionato, Alejandro Agag.

“Il sistema del FanBoost è costantemente monitorato e aggiornato per rendere sicura la verifica degli utenti e credibile la votazione. Sin dalla prima stagione abbiamo cercato di implementarlo seguendo le indicazioni dei team. Da allora oltre un milioni di tifosi si sono espressi e i numeri sono in crescita come la popolarità della Formula E. Non deve sorprendere che i più votati siano i nomi conosciuti, o comunque quelli che lottano per il titolo e per i singoli successi come Buemi, Vergne, Di Grassi o Piquet. I fan prediligono coloro che si trovano nelle prime posizioni per influenzare il podio. È anche interessante vedere come i driver scelti cambino a seconda del Paese. Ad esempio Lopez è stato votato a Santiago per le origini sudamericane o Filippi ad Hong Kong perché corre per la NIO che è una squadra cinese”, ha detto il manager spagnolo.

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