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L'incidente

Formula E, volo choc a San Paolo: l’Halo salva la vita a Pepe Martì

Il rookie catalano decolla dopo un tamponamento: la vettura si capovolge e ricade sull’arco di titanio. Come un anno fa con Wehrlein, il dispositivo di sicurezza si conferma decisivo.

di Massimiliano Cocchi
06 Dic 2025 - 23:10

Due giri alla fine del primo E-Prix della stagione, Dennis (Andretti) è in testa davanti a Rowland (Nissan) e Cassidy (con la debuttante Citroën) - la gara finirà così - ma l'episodio che resterà di questa gara di San Paolo deve ancora avvenire. 
Evans finisce contro le barriere, il direttore di gara "chiama" la full course yellow - bandiera gialla in tutta la pista - significa che alla fine del countdown devono procedere a 60km/h. Da Costa forse rallenta più rapidamente degli altri, Muller scarta verso sinistra per evitarlo, alle loro spalle arriva Pepe Marti, 20enne catalano al debutto in Formula E. Lo spagnolo è decisamente troppo veloce, la sua Kiro Cupra, tampona entrambi e decolla. L'auto si cappotta e ricade a testa in giù, proprio sull'halo, il dispositivo in titanio che protegge la testa dei piloti. 

Un dispositivo che torna ancora una volta al centro della scena, quasi seguendo un destino già scritto. Proprio qui, a San Paolo, dodici mesi fa aveva protetto Wehrlein in un impatto violentissimo, regalando un finale che, miracolosamente, non aveva lasciato strascichi. Stesso circuito, stessa dinamica da brivido, stessa conclusione: nessun danno per il pilota che esce illeso. Anche stavolta, l'aureola di titanio che avvolge l’abitacolo ha fatto ciò per cui è stato creato: scudo e salvezza,  essere decisivo. Una tecnologia che aveva diviso  nelle forme, ma che nei fatti continua a parlare chiaro: oggi Pepe Marti può raccontarlo.