Sulla pista che più di qualsiasi altra nel calendario "restituisce" le indicazioni più veritiere su qualità delle monoposto e rapporti di forze tra le squadre, Mercedes si rilancia con Hamilton e Russell sul podio insieme all'inarrivabile Verstappen, Aston Martin inizia a segnare il passo, Ferrari incassa il secondo peggior risultato stagionale (dopo il doppio passaggio a vuoto di Melbourne). Ce n'è di che riflettere. Sui prossimi appuntamenti, nella "situation room" di Maranello. Sulle prospettive a medio e lungo termine, per la critica ma anche (e conta molto di più) per i vertici della Formula Uno stessa.  

Lo abbiamo scritto ieri: il successo globale della Formula Uno (intesa come sistema e come impresa) non può basarsi sullo strapotere di un solo team e di un solo pilota (per quanto bicampione del mondo) che accende la fantasia di diciassette milioni e mezzo di connazionali ma non ha il carisma e l'aura leggendaria di alcuni dei colleghi che lo hanno preceduto nell'albo d'oro e di alcuni di quelli con i quali si confronta attualmente. Serve come minimo un pilota in grado di dare vita ad un dualismo... salvifico nell'ottica dell'interesse generale e dell'appetibilità planetaria della Formula Uno stessa. Verstappen ha (anche se in modo controverso) avuto la meglio su Hamilton nel 2021, lo ha già in un certo senso "digerito" e l'inerzia di quella sfida sembra ormai incontrovertibile (ma non ditelo a Lewis).

Al di là infatti delle dichiarazioni catalane del Re Nero, che punta ad incrociare di nuovo le traiettorie con l'olandese nel finale di questa stagione o "al più tardi" (cit.) a partire dalla prossima, il vero candidato (forse l'unico) è Charles Leclerc. Sì ma con la Ferrari? Questo è chiaramente lo scenario più suggestivo. Tra il monegasco e la Rossa le crepe tendono però ad allargarsi e a riavvicinarne i bordi, cicatrizzando le "ferite"possono essere solo il ritorno alla vittoria in tempi ragionevolmente brevi (entro l'anno) e garanzie certe di una chance iridata fin dalla prossima stagione. 

Prendetela come una provocazione, perché di questo si tratta: il solo pilota con i "numeri" giusti non sembra essere Russell, non sembra essere nemmeno Norris, tantomeno Ocon.  Con il massimo rispetto per il talento, la classe e le ambizioni di tutti e tre. E poi non stiamo parlando di un semplice "sparring partner" come Sergio Perez. Le credenziali giuste le ha al momento proprio Leclerc, la macchina più indicata per provarci appare la Mercedes, come ha suggerito Hamilton (ancora lui) a Barcellona.

Definita come fantascienza e liquidata come tale da tutti gli interessati, l'ipotesi di un clamoroso scambio tra il monegasco e il Re Nero rimane tale ma in un certo senso si impone (dal punto di vista dell'organizzatore del Mondiale) come la migliore delle possibilità di vivacizzare in prospettiva quella che è ormai a tutti gli effetti l'era-Verstappen. E se la cabina di regia di Formula One Group (Liberty Media) dovesse fare propria questa ipotesi, ecco che le sue possibilità di prendere corpo aumenterebbero esponenzialmente.

Al tempo stesso, lo scambio Hamilton-Leclerc garantirebbe al sette volte iridato almeno una "outside chance" di puntare con la Rossa all'ottavo titolo da record assoluto. Operazione tentata una decina di anni fa da Sebastian Vettel dopo il suo poker iridato con la Red Bull. Se poi vogliamo... immaginare un Leclerc di verde fasciato, a formare un suggestivo dream team con Fernando Alonso, e con la prospettiva (per Charles!) di diventare l'uomo di punta del prossimo assalto Honda al Mondiale, beh... perché no? Il racconto di una stagione che rasenta la noia assoluta (tranne che per Verstappen e il popolo "orange") merita questo e altro!