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LE PAGELLE DI SPA-FRANCORCHAMPS

Piastri implacabile, Norris impreciso e arrendevole. A Leclerc spunta il sorriso

Tra i promossi (con riserva) della tredicesima tappa iridata anche l'altro ferrarista Hamilton

di Stefano Gatti
28 Lug 2025 - 10:46
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OSCAR PIASTRI: VOTO 8,5

Si accende davvero solo alla domenica (quando conta di più) ma gli bastano un paio di chilometri di gara vera per regolare i conti con il compagno di squadra, ciò che la dice lunga su una corsa al titolo che però - veramente strano a dirsi - ancora non ha ancora decisamente svoltato nel suo senso. Manca il colpo del ko: potrebbe arrivare presto, with( another) little help... from Lando.

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LEWIS HAMILTON: VOTO 6

Riscatta parzialmente in gara un weekend balordo nelle giornate di venerdì e sabato. Prove da incubo per il setto volte iridato che (insieme al suo lato del box) azzecca la strategia domenicale, salvo poi plafonarsi completamente dietro alla Williams di Albon. Non basta ancora, lo smarrimento della prima parte del fine settimana non è giustificato, tantomeno giustificabile.

MAX VERSTAPPEN: VOTO 7

Compie un piccolo capolavoro nella gara Sprint della vigilia, sfruttando ancora una volta chirurgicamente la migliore opportunità del weekend. A tarpare le... ali alla sua Red Bull è l'eccesso di prudenza (dal suo punto di vista) della Direzione Gara nel dare il via al GP domenicale, attendismo che Max critica apertamente: "Di questo passo non ci saranno più gare sul bagnato". Comunque la pensiate, Verstappen è uno dei pochi che dice sempre quello che pensa. Okay, dall'alto dei suoi quattro titoli se lo può permettere.

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ANDREA KIMI ANTONELLI: VOTO 5

Il primo podio a Montreal a metà giugno, poi due ritiri consecutivi e adesso un anonimo sedicesimo posto finale al capolinea di un weekend che lo ha visto frequentare solo e unicamente i quartieri bassi della griglia di partenza e dell'ordine d'arrivo. AKA sta affrontando il momento più complicato (e soprattutto delicato) della sua stagione d'esordio: uno scotto da pagare. Il coprifuoco estivo che scatta dopo Budapest sarà fondamentale per rifocalizzarsi.

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CHARLES LECLERC: VOTO 7

Nervoso e... felice. Okay, soddisfatto. Sfiora il podio nella Sprint, ci sale sopra nel GP vero. Un fine settimana incoraggiante (anzi rasserenante) per Charles che prova ad essere positivo nonostante tutto. Dà una bella dimostrazione di carattere (molto più che per lo stizzito battibecco "raikkoneniano" via radio) riducendo a più miti consigli Verstappen ad inIzio GP e poi nel finale. Nulla più di questo purtroppo: tocca accontentarsi, lui per primo. 

LANDO NORRIS: VOTO 6,5

La pole position resta il punto più alto di un fine settimana che però lo vede fisso dietro alla MCL39 gemella, sia nella Sprint che nel Gran Premio. Come in altre occasioni, Lando accetta il verdetto della pista con un tono di rassegnazione non appropriato per un candidato al titolo piloti. Gli manca in modo lampante il cosiddetto "physique du rôle". Al netto delle piccole (ma decisive) imperfezioni in gara e di un pit stop non impeccabile (non per colpa sua) che mettono fine allo slancio portato dall'uno due vincete di inizio estate a Spielberg e Silverstone. 

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ALEXANDER ALBON: VOTO 7

Una diga insormontabile per Hamilton, un pilota sempre più solido che sta vincendo a mani basse la sfida con Carlos Sainz in casa Williams e minaccia - in prospettiva - la settima piazza della classifica piloti al nostro Antonelli. Eppure Alex non buca lo schermo, non ancora. Ci ripetiamo: meriterebbe un'altra chance in un top team ma aggiungiamo che difficilmente arriverà.

FERNANDO ALONSO e CARLOS SAINZ: VOTO 4,5

L'ex ferrarista di Aston Martin e quello della Williams lasciano volentieri Spa-Francorchamps e il meteo pazzo delle Ardenne in direzione Budapest. Due grandi (anzi appunto ex grandi) di Spagna che pagano dazio alla scarsa competitività delle rispettive monoposto, a problemi tecnici assortiti e a compagni di squadra insospettabilmente scomodi, specialmente nel caso di Alonso. Fa specie in particolare l'arrendevolezza con la quale Fernando ha dato via libera in pista ad Antonelli, che in Belgio non era esattamente un frontrunner.

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