Solo due dei ventidue appuntamenti del Mondiale terminato a Yas Marina sono sfuggiti allo strapotere di Red Bull e Mercedes.
di Stefano Gatti
Un Mondiale senza vittorie della Ferrari. Non una novità ma di sicuro una rarità, nei settantuno anni di storia della Formula Uno. Perché era stato così anche nel 2020 ma non succedeva da ventotto anni che il Cavallino Rampante... praticasse l'astinenza da podio alto per due stagioni filate, che nel caso precedente erano state addirittura tre: dal 1991 al 1993. Quest'anno intanto ad approfittare dei rari passaggi a vuoto di Red Bull e Mercedes sono riusciti solo Esteban Ocon a Budapest e Daniel Ricciardo a Monza: non esattamente due tra i più probabili candidati a farlo.
In qualche modo... agevolate da eventi "anomali" ma del tutto meritate, le vittorie del francese di Alpine all'Hungaroring e dell'australiano della McLaren in Italia. Premessa del successo di Esteban in Ungheria fu lo "strike" al via di Valtteri Bottas che mise ko in un colpo solo entrambe le Red Bull, mentre Hamilton scontò una delle - purtroppo per lui quest'anno non rare - giornate di scarsa lungimiranza della cabina di regia Mercedes.
Senza dimenticare lo scatto bruciante al via del GP d'Italia (al comando dalla seconda fila), a spianare la pista alla vittoria scacciacrisi di Daniel fu invece il clamoroso contatto tra Verstappen ed Hamilton alla Prima Variante. Prima di tornare nell'ombra, l'australiano colse tutti di sorpresa, precedendo sul traguardo dell'Autodromo Nazionale il ben più brillante (benché per certi versi ancora discontinuo) compagno di colori Lando Norris.
E buon per lui (tornando sul fronte... Alpine e parlando di orgoglio ed autostima) che Fernando Alonso è poi riuscito a precedere il vicino di garage Ocon sulla linea spartiacque della top ten finale: decimo con 81 punti, contro i 74 di Esteban, da parte sua undicesimo e pilota più... basso in classifica tra quelli capaci di vincere un gran premio nella stagione appena terminata.
E la Ferrari? Cinque volte sul podio ma nessun vittoria, appunto. Secondo posto per Sainz a Montecarlo e per Leclerc a Silverstone, con l'aggiunta di tre altre presenze sul terzo gradino per lo spagnolo a Budapest, Sochi e Yas Marina: quest'ultimo... funzionale al salto di Carlos dal settimo al quinto posto della generale.
L'occasione più ghiotta persa dalla Scuderia resta sicuramente quella del GP di Monaco dove Leclerc (autore della pole, metà vittoria tra le stradine del Principato) fu costretto a dare forfait nei giri di schieramento per un problema ad un semiasse. La vittoria più "recente" del Cavallino Rampante resta quindi quella del monegasco nel GP d'Italia del 2019 , a completare la doppietta "back-to-back" che lo stesso Charles aveva aperto solo sette giorni prima a Spa-Francorchamps.
Una delle principali "mission" 2022 delle Rosse è quindi quella di interrompere un digiuno che - in caso di fallimento - rischia di pareggiare per durata quello del triennio 1991-1993, che separò l'ultima vittoria di Alain Prost nel corso della sfida iridata con Ayrton Senna del 1990 (al GP di Spagna) da quella di Gerhard Berger al GP di Germania del 1994, poco più di un anno dopo l'arrivo a Maranello di Jean Todt ed il varo del progetto a lungo termine che avrebbe portato ai titoli iridati dell'era Schumacher. Ed è piuttosto curioso rilevare come per il 2022 si parli ormai dalla vigilia del GP di Abu Dhabi e con una certa insistenza del ritorno a Maranello del presidente FIA uscente nelle vesti di superconsulente della Scuderia. Corsi e ricorsi della storia? Se son... Rosse, fioriranno!
Resta da dire delle vittorie "one-off" di Sergio Perez e Valtteri Bottas che - in una sola occasione - sono riusciti a fare quello che i rispettivi capitani sono riusciti a fare dieci ed otto volte nel corso della loro sfida infinita. Il messicano semplicemente approfittando dello scoppio dello posteriore sinistra di Verstappen a Baku. Il finlandese invece con una prestazione più convincente (ma purtroppo per Hamilton isolata...) ad Istanbul. Per onore di cronaca ricordiamo che Valtteri ha vinto anche due delle tre "Sprint Qualifying" del 2021: quelle di Monza e San Paolo (a Silverstone si era imposto Verstappen), che però non fanno statistica per quanto riguarda l'albo d'oro.
E se le chances di Bottas di incrementare il proprio bottino nel 2022 sono vicine (se non pari) allo zero, quelle di Perez sono un po' più concrete. Alla Red Bull però - ne siamo certi - basta ed avanza che Checo metta all'occorrenza in pista azioni di disturbo simili a quelle che a Yas Marina (nei confronti di Hamilton) hanno contribuito alla conquista del titolo da parte del neocampione olandese.