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MOMENTO CHIAVE

Norris e la svolta-Singapore: "Lì ho puntato i piedi, ora ho la macchina che dico io"

Il nuovo leader della classifica generale identifica il momento esatto della sua svolta

di Stefano Gatti
28 Ott 2025 - 11:25
 © Getty Images

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Si scrive inerzia, si legge pressione: entrambe "riposano" dopo il Gran Premio di Città del Messico sulle spalle di Lando Norris che - pur in apparenza non molto apprezzato dai locals - nel Paese centromericano ha spopolato, togliendo definitivamente i cerotti dalle ferite delle ultime settimane, a partire da quelle del clamoroso tonfo di ormai due mesi fa a Zandvoort. Il Gran Premio d'Olanda aveva precipitato il pilota inglese ad un abisso di punti dal compagno di squadra Piastri. Andato in vacanza sulle ali dell'entusiasmo per la vittoria in Ungheria, Lando era tornato al lavoro fronteggiando subito il peggiore degli incubi.

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In Olanda Norris era stato tradito dalla sua monoposto e - al microfono di Sky Sports subito dopo la vittoria messicana - è proprio nella ritrovata fiducia con la sua MCL39 che il nuovo leader della classifica generale ha indicato le ragioni del suo (attuale) successo. Come a lasciare intendere che inerzia (anzi pressione) poggiano saldamente sulle sue spalle. Tocca a lui insomma.

"Mi sento meglio con la macchina oggi e tutto dipende da questo. L'anno scorso avevo un ottimo feeling con la macchina. Quest'anno ho faticato a capirla. Nel debriefing di Singapore ci siamo seduti per mezz'ora e ho detto una cosa tipo: 'Ragazzi, questa è esattamente l'auto che non voglio. Questo è il motivo per cui non vinciamo più gare, per cui non vinceremo in futuro, se continuiamo ad avere una macchina che non mi dà quello di cui ho bisogno'. In Messico mi sono venuti incontro e i risultati si sono visti. È semplicemente così. Qualche volta ad inizio stagione ho dubitato di me stesso. Il fatto è che non mi piace dare la colpa alla macchina, anche perché con la stessa macchina Oscar vinceva e l'ultima cosa che potevo fare era usare la scusa che la mia macchina non era abbastanza buona. Non trovavo il modo per far funzionare le cose a modo mio, ora finalmente ci sono riuscito. Molto semplicemente, anche in questo caso". 

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Quello che sembra di capire dalle "rivelazioni" messicane di Norris - che si guarda bene dall'argomentare - è che la svolta post-Singapore (due Gran Premi fa, in mezzo Austin dove Lando ha chiuso al secondo posto, lungamente "bloccato" da Leclerc) e il possibile cambio di rotta McLaren abbia in qualche modo danneggiato Piastri, per la verità da sei GP costantemente dietro al compagno di squadra dopo la vittoria (che sembrava decisiva) di fine agosto proprio nella Zandvoort (allora) fatale a Norris. Lando conferma e - e l'attuale tendenza proseguirà - ha il titolo in pugno. Inerzia o pressione? Imboccare la direzione giusta al bivio è fondamentale.

"Credo che una gara andata bene non significhi nulla. Due, tre o quattro di fila invece sì".

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