FORMULA UNO

Monza amara per Hamilton? Neanche per sogno! E la pista verso il "settebello" è sempre più in discesa

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A Monza Lewis Hamilton ha commesso un errore (entrando ai box quando la corsia era chiusa), se lo è fatto spiegare in direzione gara tra... gara-uno e gara-due, lo ha ammesso ed accettato, poi è tornato in pista ed ha caricato a testa bassa, rimontando dall'ultima alla settima posizione. Mentre Verstappen parcheggiava la sua Red Bull ai box, mentre Bottas (per destino personale) evitava accuratamente di approfittare delle vicissitudini del capo. Non c'è niente da fare: Lewis vince anche quando perde!

Nei giorni precedenti il Gran Premio d'Italia Max Verstappen aveva fatto... pretattica chiamandosi fuori dalla corsa al titolo (ma chi ci crede che un osso duro come l'olandese si sia già arreso...!), portando come motivazione il deficit di sette punti da lui destinato ad accusare da Lewis Hamilton ad ogni GP. Sì, insomma, la differenza di punti tra vincitore e secondo classificato (25 a 18), di fatto... ignorando Valtteri Bottas. Anche un po' a ragione, ripensando alla performance anonima dell'evanescente finlandese all'Autodromo Nazionale: da freccia (nera) parecchio spuntata.

Problema: a Monza nemmeno Max ha brillato, tanto in prova quanto in un GP per lui terminato con il secondo ritiro stagionale (era successo solo alla prima gara della stagione al... Red Bull Ring di Spielberg).

Alla fine però Verstappen aveva (suo malgrado) ragione:  i conti tornano. Tornano eccome, perchè mentre lui segnava il secondo "zero" di questo Mondiale anomalo e pandemico, Hamilton portava a casa un settimo posto "di rimonta" che gli valeva sei punti iridati, che poi diventavano sette grazie al punto-bonus per il giro più veloce in gara.

Sei più uno uguale sette, appunto!

Hamilton vince anche quando perde, questa è la realtà dei fatti, questa è la predestinazione che spiana al Re Nero la strada verso il settimo titolo iridato, quello del record assoluto, dell'aggancio a Michael Schumacher al vertice della storia della Formula Uno. Perchè adesso Lewis "svetta" con 164 punti nella classifica generale, 47 in più di Bottas (117) e 54 più di Verstappen (110). Vale a dire lo stesso identico vantaggio che Hamilton vantava sul secondo (che era però l'olandese della Red Bull alla vigilia di Monza. Poco importa che, a Monza, Bottas (che con il suo quinto posto ha rosicchiato ad Hamilton la miseria di tre punticini) sia appunto tornato ad essere il più prossimo (si fa per dire) inseguitore del leader. I primi tre doppiano in classifica (Hamilton in realtà fa molto di più) la coppia formata la Lance Stroll e Lando Norris: terzo gradino del podio monzese per il pilota della Racing Point, quarto posto - e "medaglia di legno" - per il giovanissimo britannico della McLaren, che in Brianza è stato "messo sotto" dal compagno di squadra Sainz Jr. ma, appunto, è meglio piazzato dello spagnolo nella generale.

Chiudiamo con una considerazione da "col senno di poi", ma lo facciamo lo stesso. Avesse vinto a Monza, in attesa di pareggiare i conti con Schumacher a livello di titoli conquistati, vincendo anche domenica al Mugello, Hamilton avrebbe fatto pari con il tedesco a quota 91 Gran Premi vinti. Sarebbe stato un affronto (o un affondo) nei confronti della Ferrari che in Toscana "compie" 1000 GP iridati e del suo pilota più vincente in assoluto? Crediamo di no. Crediamo anzi che Lewis, tagliando quel traguardo (reale e simbolico) proprio sulla pista di casa della Ferrari avrebbe reso onore al Cavallino Rampante ed al suo pilota più vincente di sempre, rendendo indimenticabile e storico un GP sul quale, pur essendo appunto dedicato alla millesima partecipazione iridata ferrarista, Charles Leclerc e Sebastian Vettel difficilmente riusciranno a lasciare il segno.

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