HORNERGATE E DINTORNI

Marko imbavagliato da Red Bull, i "Tori" si aggrappano al solo Verstappen

Solo i successi della sua stella Verstappen sembrano tenere ancora insieme il team campione del mondo

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Marko imbavagliato da Red Bull, i "Tori" si aggrappano al solo Verstappen - foto 1
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Erano in pieno svolgimento le qualifiche del Gran Premio dell'Arabia Saudita quando nel paddock di Jeddah, sviando l'attenzione di molti dalla caccia alla pole position, hanno iniziato a rincorrersi le voci circa la sospensione (di fatto l'allontanamento) di Helmut Marko da parte di Red Bull GmbH, relativamente al suo ruolo nel team campione del mondo. Ottantuno anni alla fine di aprile, l'ex pilota austriaco di Formula 1 ha innescato la bomba nel corso di un'intervista a ORF, emittente radiotelevisiva del suo Paese. "Potrei essere sospeso da Red Bull? Mettiamola così: è difficile giudicare. Oppure così: alla fine deciderò da solo cosa fare. La possibilità teorica esiste sempre. Penso che sia una questione molto complessa. Ancora una volta, vogliamo la pace nella squadra. Questo campionato del mondo è già abbastanza difficile con le sue ventiquattro gare e dobbiamo concentrarci su quello. Verstappen è sicuramente la risorsa più forte di questa squadra. Non c'è un pilota più veloce al momento e - se dovessimo perderlo - sarebbe una perdita gravissima".

Marko imbavagliato da Red Bull, i "Tori" si aggrappano al solo Verstappen - foto 2
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In attesa di certezze sul provvedimento sospensivo (recentemente perso nei confronti della dipendente che accusa Horner di comportamento inappropriato nei suoi confronti), a Marko è stato proibito dai vertici di Red Bull GmbH (presenti sia a Sakhir che a Jeddah: è un segno, anzi sono due...) di rilasciare ulteriori dichiarazioni. Lo sconquasso interno ai "Tori" insomma non accenna a placarsi, al contrario. Nonostante sia titolare di un contratto da superconsulente valido per altri due anni, Marko potrebbe lasciare il team (o essere accompagnato alla porta, sono sottigliezze) già all'indomani del GP dell'Arabia Saudita, nel corso della prossima settimana, comunque prima del Gran Premio d'Australia, in programma nel quarto weekend di questo mese. Si tratterebbe di un passaggio decisivo della guerra di potere che scuote dalle fondamenta la squadra che ha troncato di netto la supremazia della Mercedes nell'era della Formula Uno ibrida, riprendendosi il centro della scena per la prima volta dai tempi del poker iridato (2010-2013) di Sebastian Vettel. Una contrapposizione tra l'anima austriaca del team e il suo braccio operativo inglese che - dagli headquarters di Milton Keynes - ha fatto il bello e il cattivo tempo dal 2021 ad oggi.

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Marko è (era?) il plenipotenziario sulle piste di Dietrich Mateschitz, il fondatore dell'impero Red Bull scomparso nell'autunno del 2022. L'uscita di scena del carismatico e visionario imprenditore austriaco visionario ha scatenato la guerra di potere di cui sopra. A fare da collante, in questo ultimo anno e mezzo, impedendo che i delicati equilibri si spezzassero, sono state le vittorie di Max Verstappen al volante delle pressoché imbattibili monoposto targate RB e partorite dal genio di Adrian Newey. Serviva solo il "casus belli", rintracciato nell'Hornergate a sfondo sessuale e nelle successive rivelazioni anonime, venute alla luce nel fine settimana di Sakhir che ha dato il via al Mondiale. A mettere il carico, le durissime prese di posizione di Toto Wolff (Mercedes) e Zak Brown (McLaren) e - con dichiarazioni meno invasive - James Vowles (Williams).  Il rischio adesso è che Christian Horner, apparentemente di nuovo in sella, si ritrovi a medio termine al comando di una Red Bull... vuota o quantomeno prima dei suoi due assets più preziosi. 

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Interpellato dai colleghi di Sky Sport al termine delle prove di Jeddah, Verstappen non si è fatto pregare per spendere parole di massima stima e riconoscenza per Marko facendo capire - non per la prima volta in questi ultimi tre giorni - che una Red Bull priva di Marko ma soprattutto di Newey potrebbe anche non interessarlo più, per la gioia di papà Jos (ai ferri corti con Horner nel wekend del GP del Bahrain), spingendolo a considerare strade e piste alternative: inevitabilmente, Mercedes. Sì perché la Ferrari è già a posto per il 2025 e oltre con Leclerc e Hamilton. La vicenda è suscettibile di "terremotare" e stravolgere uno scenario generale che sembrava cristallizzato, in attesa magari della sfida del nuovo dream team ferrarista. Non farà salti di gioia George Russell, tantomeno Alonso che (con la chance Mercedes chiusa da Max) potrebbe decidersi al ritiro dalla Formula 1. Contestualmente, Red Bull sarebbe costretta a reinventarsi, magari pescando in un bacino piuttosto ricco e vario: Norris? Sainz? Lo stesso Alonso?

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