CACCIA AL RECORD

Lewis Hamilton punta a pareggiare i conti con Schumacher e a riscrivere la storia della F.1. Tutti i record da battere

Il Mondiale al via in Austria nel weekend offre all'inglese la possibilità di diventare il più grande di sempre

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Sarà il Mondiale più anomalo dei settant'anni di storia a mettere Lewis Hamilton in cima al mondo, insieme a Michael Schumacher, con la possibilità poi di provare a fare ancora meglio? La Mercedes, padrona assoluta dell'era ibrida, parte ancora una volta con i favori del pronostico e la caccia al settimo titolo è la missione obbligata di Lewis che, tra i piloti, è l'unico in grado di ritoccare le statistiche più significative. Con una sola eccezione.

Sono piuttosto elevate le possibilità di Hamilton di fare pari con Michael Schumacher nella storia della Formula 1. Settimo titolo come missione obbligata: nulla di meno può bastare alla "stella" della Mercedes che - dovesse fare centro - ci riuscirà in un arco di tempo comunque più lungo rispetto a Schumi. Il tedesco ha infatti messo a segno i suoi sette sigilli nell'arco di undici stagioni (dal primo con la Benetton nel 1994 al settimo con la Ferrari nel 2004). Lewis invece lo farà (nelle sue migliori ... intenzioni) nell'arco di tredici stagioni, visto che il primo titolo del campione britannico risale al 2008 (con la McLaren). Tenendo però conto che - in compenso - si trattava solo del suo secondo anno nel Mondiale, mentre Schumacher inaugurò la sua serie al suo terzo anno completo (dopo l'esordio nella seconda metà del 1991). 

Missione nella missione, Hamilton può fare quest'anno un passo avanti anche nella caccia a uno degli altri primati ben saldi nelle mani di Schumacher. Al volante della Ferrari infatti lo sfortunato campione tedesco detiene il record di titoli consecutivi: cinque, tra il 2000 e il 2004. Hamilton (campione del mondo dal 2017 al 2019) può salire a quota quattro, pareggiando Juan Manuel Fangio e il ferrarista Sebastian Vettel. "Colpa" di... Nico Rosberg che, compiendo l'impresa di aggiudicarsi il titolo 2016, ha spezzato la "striscia" che Hamilton aveva iniziato nel 2014, agli albori dell'era ibrida del Mondiale, fin qui dominata dalla Mercedes.

Il duello a distanza tra Hamilton e Schumacher (in pista si sono ritrovati insieme solo dal 2010 al 2012, anni interlocutori per entrambi, anche se con prospettive parecchio divergenti), prosegue anche sul terreno dei primati nei Gran Premi. A Lewis mancano sette vittorie per raggiungere Schumacher (84 contro 91). Serve una Mercedes all'altezza di quella delle ultime sei stagioni e serve soprattutto una stagione... completa che, al momento, è tutt'altro che certa. Terzo nella graduatoria assoluta è Vettel, ma staccatissimo, con il suo pur eccezionale "score" di 53 successi, due in più di Alain Prost.

Anche nel conto dei piazzamenti sul podio  (155 a 151) e soprattutto dei giri più veloci in gara (77 contro 47), Schumacher sovrasta ancora Hamilton. Quest'ultimo però ha già da tempo messo il suo sigillo in testa alla classifica del numero di pole position messe a segno: 88, contro le 68 di Schumi che, a sua volta, aveva abbattuto nel corso della sua epopea ferrarista lo storico "muro" delle 65 pole di Ayrton Senna.

Solo uno, tra i record più significativi da battere, non è ancora alla portata di Hamilton e, allo stesso tempo, lo è invece di uno dei piloti al via in questa stagione. Si tratta di quello del maggior numero di Gran Premi disputati. Il punto di riferimento è quello dei 323 GP ai quali ha preso parte nel corso della sua carriera Rubens Barrichello. Alla vigilia del Gran Premio d'Austria infatti Hamilton entra appena nella top ten (nono con 250 gare disputate - Vettel è a 240, Perez a 176, Ricciardo a 171) . A superare il brasiliano può invece riuscire Kimi Raikkonen che, con 313 partecipazioni iridate, si è appena messo alle spalle Fernando Alonso (312) e si trova quindi a soli dieci "semafori rossi" da Barrichello... Missione possibile, quella che Kimi (tra l'altro terzo nella classifica dei giri veloci, ad una sola lunghezza da Hamilton: 47 a 46) ha ora davanti, con tutti i "se" e i "ma" di un calendario dalla prospettiva ancora non del tutto definita. 

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