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Da pilota a team manager: F1 2020 diventa anche gioco di ruolo

Abbiamo provato l'ultimo capitolo del titolo racing, che aggiunge la nuova modalità My Team

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La Formula 1 ha finalmente acceso i suoi motori, regalando una prima gara ricca di emozioni e colpi di scena. Il miglior spot per lanciare l'uscita di F1 2020, il videogioco ufficiale dedicato al Mondiale riservato alle monoposto. Il nuovo capitolo del titolo di Codemasters arriva su PS4, Xbox One, Windows PC e Google Stadia con tante novità nonostante sia all'ultimo passo prima dell'arrivo della prossima generazione di console. Per festeggiare i 70 dal primo GP della storia, gli sviluppatori hanno deciso di inserire una modalità inedita ed è su quella che ci siamo concentrati nella nostra recensione su Playstation.

Stiamo parlando di My Team, una nuova versione della carriera in cui non vestirete solo i panni di pilota, ma anche quelli di proprietario e manager della vostra scuderia. All'inizio dovrete creare la squadra, che si andrà ad aggiungere alle dieci ufficiali già iscritte al campionato. Si inizia con lo scegliere il nome, la livrea (gli acquirenti della Deluxe Schumacher Edition ne avranno alcune dedicate al campione tedesco, insieme ad un abbigliamento speciale), lo sponsor che fornirà il budget iniziale, il motore tra quelli realmente disponibili in F1 e il vostro compagno di squadra, da pescare tra i talenti emergenti della F2.

Una volta iniziata la stagione, dovrete concentrarvi anche su tutto quello che succede fuori dalla pista per trasformare la vostra squadra in un top team. E magari convincere gente come Hamilton o Leclerc ad accettare la vostra proposta di ingaggio se non sarete soddisfatti delle prestazioni del collega di box. Per riuscirci avrete il compito di attirare nuovi sponsor che aumenteranno i soldi a disposizione e vi permetteranno di sviluppare e migliorare la vettura. In pratica My Team è l'unione tra un gioco racing classico e uno di ruolo semplificato. Davvero una bella novità, che vi farà trascorrere parecchie ore nei panni di un novello Binotto.

Per chi vuole pensare solo a sorpassi e giri veloci, comunque, resta in menù la carriera per pilota singolo (con la comparsa di un secondo giornalista e un più ampio spettro di domande), insieme a tutte le altre classiche modalità di gioco. Dalle gare singole al campionato, dalle prove a tempo alle sfide speciali, sia con le auto 2020 di F1 e F2 (attese più avanti), sia con quelle classiche, con l'aggiunta di cinque monoposto con cui Schumi ha costruito la sua leggenda (Jordan, Benetton e Ferrari) nell'edizione a lui dedicata. Tanto spazio al multiplayer e agli eSport, ma anche il ritorno dello split screen orizzontale per due giocatori da noi tanto amato. Una chicca che ci ha fatto tornare indietro nel tempo nonostante qualche inevitabile rallentamento e compromesso tecnico.

A livello di gameplay ci si è limitati a qualche ritocco senza stravolgere un gioco già molto vicino alla perfezione. Si è messo mano alla fase di frenata e accelerazione, rese ancora più adrenaliniche, e alla gestione manuale dell'ERS. Per quanto riguarda l'IA, vi troverete a combattere con piloti un po' più aggressivi e battaglieri del passato, ma ancora lontani dall'essere veramente "intelligenti". E' stato inoltre introdotto uno specchietto retrovisore virtuale che permette di tenere sotto controllo gli avversari in maniera più naturale.

Questo F1 2020 resta comunque un gioco adatto a tutti perché non si tratta di una simulazione di guida estrema. Con tutti gli aiuti e le assistenze disponibili si rivela a prova di neopatentati, confortati poi dalla funzione flashback che permette di rimediare a ogni errore in qualsiasi momento. Ciò non vuol dire che vi ritroverete per le mani un gioco arcade. Anche gli amanti di volante e pedaliera avranno pane per i loro denti. Il tutto supportato da un comparto grafico ormai definito in attesa di un salto di qualità con le nuove PS5 e Xbox Series X, da un audio a cui non manca davvero nulla per fedeltà e completezza e dalla possibilità di correre in anteprima sui nuovi tracciati di Hanoi e Zandvoort. Peccato solo per i caricamenti, che ci sono apparsi più lunghi e frequenti del previsto.

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