La Scuderia viaggia verso Budapest per puntellare i progressi belgi ma Hamilton rimane un "problema"
di Stefano Gatti© Getty Images
Ai piedi del podio nella Sprint della vigilia, sul terzo gradino del podio stesso nel Gran Premio del Belgio: un piccolo passo per Charles Leclerc o un grande balzo per la Ferrari, almeno in prospettiva? Nervoso e felice, il monegasco ha ravvivato grazie al suo battibecco via radio con Bryan Bozzi l'andamento monotematico della sua gara domenicale, nella terra di mezzo tra le irraggiungibili McLaren e la necessità di non non potersi permettere la minima sbavatura, per non finire nelle grinfie di Max Verstappen. Charles ha tenuto duro e a fine GP era (se non proprio felice), quantomeno soddisfatto.
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Quanto vale però il podio belga per Leclerc e per la Rossa? Nel GP del Belgio la Scuderia si è in buona sostanza rimirata allo specchio: nel Mondiale Costruttori la Ferrari è seconda con 248, meno della metà di quelli della McLaren nei fatti già campione per il secondo anno consecutivo, ma non può permettersi di abbassare la guardia perché Mercedes e Red Bull inseguono con 220 e 192 punti rispettivamente. Come in pista a Spa-Francorchamps, insomma.
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Per "bissare" il secondo posto del 2024 (missione non particolarmente prestigiosa ma tant'è) occorrono aggiornamenti continui ed efficaci ma forse di più ancora un contributo più puntuale (e non solo nel senso dei punti iridati) da parte di Lewis Hamilton, la cui rimonta tardiva a Spa-Francorchamps ha impressionato molti ma... non tutti. Altrimenti, sconfinando volutamente nella provocazione, la Ferrari rischia di trovarsi in un assetto da... monopilota stile Red Bull. Questo è ciò che dice la pista, con i cinque passaggi sul podio di Lelerc (tre dei quali negli ultimi cinque GP, da Barcellona in avanti) a fronte della trascurabile e lontana "coppetta" Sprint di sir Lewis a Shanghai e del terzo posto (sempre nel formato breve) a Miami. Cose dell'altro mondo, letteralmente!