FORMULA 1

Da Sarno ad Abu Dhabi, passando per Sakhir: il romanzo di formazione del giovane Schumacher

Missione titolo F.2 per Mick Schumacher nel weekend a Sakhir, prima del debutto con la Haas F.1 nelle prove libere del venerdì dell'ultimo GP ad Abu Dhabi.

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Sono giorni caldissimi quelli che, nella prima metà di dicembre, Mick Schumacher affronta prima di concedersi una breve pausa invernale. Nella weekend della replica "diversa" del GP del Bahrein, la missione del 21enne figlio di Michael è la conquista del titolo della Formula 2, svolta di un carriera iniziata sui kartodromi di tutta Europa: con un passaggio" mondiale" anche su quello italiano di Sarno: il nostro ricordo di quei giorni.

Da Sakhir ad Abu Dhabi: un finale di stagione da sogno che diventa realtà, quello di Mick Schumacher. Ma forse dobbiamo scrivere di progetto che si concretizza, prende forma, i cui sviluppi sono da qui in avanti nelle mani di un ragazzo che la sua famiglia ed il suo entourage hanno fin qui sapientemente gestito ma che ora entra a pieno... titolo (quello della Formula 2, intanto, verosimilmente) in una dimensione completamente diversa, feroce e spietata. Senza più alibi di sorta. Vengono in mente immagini di qualche anno fa, gelosamente custodite ed oggi preziose: papà Michael che - appostato sul tetto di una bisarca e concentratisismo, appena un paio di mesi prima dell'incidente sugli sci a Meribel - segue senza perderlo un attimo di vista quel casco gialloverde tra le curve sinuose della pista di Sarno nel Mondiale di kart del 2013. Contro avversari che, sul kartodromo campano - e comunque in quegli anni - si chiamavano Lando Norris, Giuliano Alesi e... Max Verstappen

Mick all'epoca iniziava frequentare le posizioni che contano delle classifiche con il cognome di mamma Corinna (Betsch) per non dare troppo nell'occhio. Poi il salto alle auto, secondo una sorta di conto alla rovescia, preciso e matematico, che sta er giungere a compimento: Formula 4, Formula 3 (campione europeo nel 2018, anno del suo ingresso nei ranghi della Ferrari Driver Academy). Quindi due anni di Formula 2 : il 2019 di puro apprendistato, il secondo (questo) per provare a vincere. Prima parte di campionato ancora sottotraccia, poi i successi tardoestivi di Monza e Sochi, per decollare ed approdare a Sakhir-due con quattordici punti di vantaggio su Callum Ilott: 205 a 191

Il pilota di Cambridge (lui pure membro della FDA) è appunto il suo più immediato inseguitore nella classifica generale, l'unico in grado di impedirgli di mettere piede nell'abitacolo della Haas VF-20 da neocampione della categoria cadetta venerdì 11 dicembre nel primo turno di prove libere del Gran Premio di Abu Dhabi. Prima di tornarvi con molto più tempo a disposizione nello Young Drivers Test (in programma ancora a Yas Marina nei giorni successivi), Schumi Jr. potrà seguire dal garage Haas l'ultima esibizione del "miracolato" Romain Grosjean o (più probabilmente) la seconda nel Mondiale di Pietro Fittipaldi. Nomi illustri che tornano in Formula Uno a distanza di anni (Schumacher, Fittipaldi) con prospettive diverse e - almeno per il momento - insondabili. La prima sfida che attende Mick intanto è quello con il suo compagno di squadra nella formazione Haas 2021: il russo Nikita Mazepin, appena venti giorni più "adulto" di Mick e proiettato nel Mondiale da spinte diverse da quelle che ha ricevuto Mick ma... altrettanto potenti, se non di più. Nikita è comunque terzo nella classifica generale della Formula 2: potrebbe essere una scomoda pietra di paragone per Schumi Jr.? Parte della critica parla del compagno di squadra meno indicato per il "nostro": che avrebbe potuto imparare di più (e con meno "rischi" di confronti diretti) da un compagno di squadra d'esperienza. Tutto vero, ma ci sentiamo di dire che un pilota che studia da campione non si guarda attorno nemmeno per un minuto e va dritto per la sua strada. Quella di Mick dovrebbe portare tutti noi a riferirci un giorno a Mick semplicemente come "Schumacher". Semplicemente, appunto, senza più bisogno di quella postilla: "Junior". Missione complicatissima, anche senza porsi come traguardo quello che Lewis Hamilton ha appena raggiunto: fare pari con Michael.

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