Il mercato delle BEV è cresciuto del 28,9% rispetto ai primi nove mesi del 2024, segno che l'interesse per questo tipo di tecnologia esiste. Tesla da sola vale il 14% del mercato elettrico nazionale, bene anche Citroën e Dacia
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L’auto elettrica in Italia sta lentamente guadagnando terreno, ma il distacco con l’Europa resta profondo. A fine settembre 2025, secondo le stime di Motus-E, nel nostro Paese circolano 333.658 vetture a batteria, un numero in crescita del 28,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Da inizio anno le immatricolazioni full electric hanno raggiunto quota 60.870 unità, pari a una quota di mercato del 5,19% sul totale delle nuove auto vendute (1.171.865). Un miglioramento sensibile rispetto al 3,92% dell’anno scorso, ma ancora lontano dagli standard dei principali Paesi europei.
Segnali di crescita
Il mercato elettrico italiano mostra dunque segnali di vitalità, pur restando una nicchia. Nel solo mese di settembre le immatricolazioni BEV sono state 7.135, in aumento del 14,1% rispetto alle 6.250 di un anno fa. La quota mensile del 5,62% rappresenta un piccolo passo avanti, mentre il mercato complessivo cresce del 4,22%, confermando un interesse diffuso per le auto nuove ma ancora sbilanciato verso le motorizzazioni tradizionali.
Tesla all'apice del successo
Le classifiche mostrano un dominio quasi assoluto di Tesla: la Model 3 e la Model Y guidano la top five dei modelli più venduti con rispettivamente 4.505 e 4.269 unità, coprendo insieme circa il 14% del mercato elettrico nazionale. Seguono la Citroën C3 elettrica, la Dacia Spring e la BMW iX1, a testimoniare un’offerta che inizia a diversificarsi anche tra segmenti e fasce di prezzo.
Distanza Nord-Sud
A livello territoriale, la Lombardia resta il principale motore della transizione elettrica con oltre 15.500 immatricolazioni da gennaio, seguita dal Lazio, dal Trentino Alto Adige, dal Piemonte e dal Veneto. Le regioni meridionali, invece, continuano a rappresentare la parte più debole della mappa elettrica italiana, con appena 5.700 immatricolazioni nel Sud e 2.700 nelle Isole. Una disomogeneità che riflette la diversa disponibilità di reddito e, soprattutto, la distribuzione infrastrutturale.
L'infrastruttura di ricarica
Sul fronte delle ricariche, i progressi ci sono ma restano insufficienti rispetto ai volumi europei. A giugno 2025 i punti di ricarica in Italia erano 67.561, in crescita del 19% rispetto all’anno precedente. Le stazioni di ricarica sono 33.414, mentre i “pool” — cioè i siti che ospitano più colonnine — superano le 22.000 unità. Numeri in costante aumento, ma ancora troppo bassi per supportare un’espansione di massa, specie nelle aree extraurbane e meridionali.
L'Europa crede di più nell'elettrico
Il confronto con il resto d’Europa è impietoso: a fine estate 2025 l’Italia resta in coda per quota di mercato delle BEV, ferma al 5,18%, mentre Spagna e Francia superano rispettivamente l’8% e il 17%. In Olanda e Belgio le auto elettriche rappresentano ormai un terzo del mercato, mentre in Germania e nel Regno Unito la penetrazione sfiora il 20%. Il divario non dipende solo dalla capacità produttiva o dalla cultura automobilistica, ma da un insieme di politiche fiscali, incentivi e infrastrutture che in Italia si sono spesso mosse in modo disorganico e intermittente.
Le BEV aziendali trainano il mercato
Le flotte aziendali restano un motore importante della crescita elettrica: rappresentano il 31,2% del mercato YTD e hanno reagito rapidamente alle recenti modifiche sui fringe benefit introdotte dal Governo, a dimostrazione di quanto anche piccoli interventi normativi possano incidere sulle scelte di mobilità. Segnali positivi arrivano anche dal noleggio, soprattutto quello a lungo termine, che da solo copre oltre 2.100 nuove immatricolazioni nel solo mese di settembre.