CASO SCOMMESSE

Tonali squalificato, ma l'inchiesta segna il passo

Corona parlava di inchiesta dell'anno ma le indagini sul caso scommesse rallentano. Numeri e possibili sviluppi

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Tonali squalificato, ma l'inchiesta segna il passo - foto 1
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Tra il calcio e le scommesse il rapporto è di vecchia data se si pensa che la prima schedina risale al 1946. Ma se allora si puntava solo sul risultato finale per una serie di partite oggi le possibilità sono infinite. Sulle piattaforme digitali si può scommettere su circa ottanta varianti della stessa partita. In questa corsa al gioco d'azzardo sono stati inghiottiti alcuni calciatori. Qui a differenza del calcio-scommese del 1980 (totonero) non si parla di alterazione dei risultati. A un mese di distanza dalle rivelazioni di Fabrizio Corona, che hanno inguaiato lo juventino Fagioli e l'ex milanista Tonali, le indagini non hanno fatto passi in avanti. Al momento siamo a quota due squalifiche piuttosto lievi (7 mesi per Fagioli e 10 per Tonali). Tutti gli altri nomi finiti nel calderone informatico non hanno avuto il riscontro della magistratura. Anzi.

Le accuse di Corona a Zaniolo, Zalewski, El Shaarawy, Casale, Gatti sono servite solo a far finire questi giocatori nel tritacarne mediatico ma senza nessun riscontro da parte della magistratura. Unico risultato varie querele per diffamazione per l'ex paparazzo, e costante calo della sua credibilità. Certo è difficile pensare che oggi in Italia i calciatori malati di ludopatia, patologia che riguarda almeno il 2% degli italiani, siano solo Fagioli e Tonali. Corona parlava di almeno cinquanta top player coinvolti nella pratica delle scommesse più o meno legali. Non solo. L'ex re dei paparazzi annuncia altre rivelazioni clamorose entro il 15 novembre. Vedremo.

 

Tonali squalificato, ma l'inchiesta segna il passo - foto 3
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Intanto la vicenda ha portato alla ribalta i numeri relativi alle scommesse in Italia. Si tratta di un giro di affari pazzesco. Il gioco d'azzardo legale supera i 136 miliardi annui. Per avere un termine di paragone si pensi che la spesa sanitaria italiana non arriva a 130 miliardi mentre quella alimentare tocca i 160. Ma se si sommano anche i 40 miliardi per le giocate illegali si deduce che gli italiani spendono molto di più in scommesse che in spese mediche o per fare la spesa. Non è facile avere dati aggiornati su questo tema come spiega Massimiliano Vigarani, autore de "Il libro nero dell'azzardo". In Italia ci sarebbero 30 milioni di giocatori in pratica il 70% degli adulti. Nell'ambito sportivo le scommesse si indirizzano soprattutto sul calcio (8 miliardi) seguito da tennis (2 miliardi) e basket (640 milioni). Il 55% delle scommesse viene fatto su canali online, il 45% in luoghi fisici. Altissimo il rischio di riciclaggio, aspetto per il quale sono sempre più coinvolte anche le organizzazioni criminali. Si tratta di un business colossale che pochi sembrano aver voglia o la possibilità di fermare.

Anche a livello politico perché l’Italia si pone al secondo posto, dietro il Regno Unito, in Europa per entrate da gioco d’azzardo. A cambiare lo scenario il gioco sulle piattaforme digitali. Dal 2008 si assiste, infatti, a un calo delle scommesse dal vivo a favore del gioco online. Puntate letteralmente esplose nel post pandemia.

Significativo l'esempio degli Stati Uniti dove l’industria del gioco (in gran parte legato allo sport) ha un impatto annuale di quasi 329 miliardi di dollari sull’economia a Stelle e Strisce, generando quasi 53 miliardi di dollari di entrate fiscali per i governi federali, statali e locali.

In questo quadro un titolo di merito va all'Inghilterra che nell'aprile scorso ha vietato alle squadre della Premier di esibire sulle magliette qualsiasi pubblicità relativa alle scommesse. Cosa impensabile in Italia dove la decisione del governo Conte del 2018 di vietare la pubblicità al gioco d'azzardo in manifestazioni sportive e culturali è stata via via annacquata da altri provvedimenti legislativi.

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