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LE PAROLE

Spalletti torna sul caso-Acerbi: "Ha sviato le responsabilità, usò la storia di Juan Jesus per comodità"

L'ex ct della Nazionale: "Il Mondiale è il mio fardello, mi provoca dolore"

12 Ott 2025 - 12:25

Quando Luciano Spalletti parla non è mai banale. Con il suo modo di comunicare sempre complicato da seguie fino in fondo, l'ex ct riesce sempre a dare lo spunto e la frase di risposta attesa senza nascondersi dietro a frasi di circostanza. Protagonista al Festival dello Sport di Trento, Spalletti ha iniziato subito senza sottrarsi al confronto a distanza con Francesco Acerbi che nelle ultime settimane era tornato sul rifiuto della convocazione per Norvegia-Italia: "Sono sempre di più quelli che trovano scuse o motivazioni per non assolvere i propri impegni e le responsabilità importanti, quelle che vanno prese. Sono sempre meno quello che ci mettono la faccia nel momento del bisogno e quando serve un confronto umano. La possibilità per dire quelle cose che ha detto c'è stata, anche 20 giorni con l'altra convocazione: perché non ha detto niente?".

Il giorno prima della convocazione, poi rifiutata, Luciano Spalletti avrebbe chiamato direttamente il difensore dell'Inter: "Gli dissi 'guarda hai ragione tu, bisogna sempre guardare il campo'. Lui aveva fatto gol al Barcellona ed era stato decisivo ad alto livello. In campo aveva dimostrato di essere ancora un leader e per questo gli dissi che avrei voluto convocarlo, preferendolo a Mancini. Mi disse: 'Se ritiene di chiamarmi, vengo'. Allora l'ho chiamato nuovamente e dopo 3-4 giorni mi disse che non sarebbe più venuto e tirò fuori la questione di Juan Jesus, ma lì intervenimmo perché la situazione era delicata. Se è contento così, buon per lui, ma le cose non sono andate come le ha raccontate lui".

Spalletti e il percorso in Nazionale

Con l'Italia in difficoltà per qualificarsi ai Mondiali del 2026 con lo spauracchio quasi certo dei playoff per la terza volta consecutiva, Spalletti è tornato sul periodo trascorso come ct: "Gattuso è uno di talento, ha qualità che servono. E' fondamentale avere rapporti buoni coi calciatori, io li ho amati e difesi a spada tratta. Avrei preferito non fare brutta figura con la Nazionale, ma ho trasferito troppo il mio amore per il calcio. Ho sbagliato, ho intasato i giocatori per cose dette e richieste mentre a loro serve essere più leggeri perché hanno già tante pressioni. Ho provato a far capire che il calcio è una cosa seria, ma sono successe subito cose antipatiche".

Sul periodo in azzurro: "Per me era come stare in paradiso, ma non è una situazione che posso dimenticare velocemente. Non mi mancava niente e ci sono 20 calciatori con cui costruire una squadra competitiva. L'Italia ai Mondiali ci va, ma di sicuro perché i calciatori sono forti e Gattuso ha trovato subito la quadra schierando le due punte. Pio Esposito? Dà la sensazione che avremo un padrone dentro l'area di rigore, mi ricorda Bobo Vieri".

Spalletti su Icardi e Totti

Nel corso della carriera da allenatore, Luciano Spalletti si è trovato a gestire delle difficoltà con Mauro Icardi e Francesco Totti, capitani di Inter e Roma. "Mauro dentro l'area è uno dei giocatori più forti che ho avuto, mentre fuori ha qualche limite. In mezzo al campo non ha la fisicità di Pio Esposito, ma il suo problema era ciò che lo circondava". Un discorso simile per capitan Totti: "Ho avuto un buonissimo rapporto con lui, il problema era il contorno. Un calciatore incredibile".

Spalletti sul Napoli e De Laurentiis

Luciano Spalletti non si è sottratto a dichiarazioni importanti sul Napoli e De Laurentiis: "Era diventato difficile lì perché il presidente aveva preso il sopravvento. Disse a una giornalista che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto anche con lei alla guida e siccome aveva la prelazione sul contratto pensava che non avrei potuto allenare altrove. Io però a quelle condizioni non sarei mai rimasto, anche a costo di stare fermo".

Castello che a Napoli è crollato la stagione successiva per poi essere ricostruito: "L'anno dopo ha creduto di poter gestire la situazione da solo - ha continuato Spalletti riferendosi a De Laurentiis -, ma abbiamo visto com'è andata. E' stato costretto a prendere un altro allenatore forte, con una personalità forte per una città bellissima che chiede tanto".