SERIE A

Serie A, la Juve è in ritardo: derby scudetto Milan-Inter

Al netto della gara da recuperare contro il Napoli, i bianconeri distano ben 10 punti dalla vetta e le milanesi non sbagliano un colpo

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Prima il sorpasso con la vittoria del Bentegodi, poi il controsorpasso all'ultima curva grazie all’incornata di Theo Hernandez che ha steso la Lazio: Milan e Inter continuano la loro corsa in testa alla classifica e per la prima volta da inizio anno danno uno strappo deciso in termini di punti, complici anche la clamorosa sconfitta della Juve con la Fiorentina e i pareggi di Napoli e Atalanta. Dopo anni di dominio bianconero, è derby scudetto tra le squadre di Milano, che incontreranno entrambe la squadra di Pirlo dopo la sosta per le Feste.

E proprio i cosiddetti ‘big match’ sono stati finora il punto forte della squadra di Pioli, che tra un record e l’altro (quella con i biancocelesti è stata la 15esima partita consecutiva con almeno due gol segnati) ha già raccolto 13 punti nelle cinque sfide con Inter, Napoli, Roma, Sassuolo e Lazio. Inoltre dopo la sconfitta della Vecchia Signora, il Milan resta l'unica formazione imbattuta nei Top-5 campionati europei 2020/21 e avrà qualche giorno di riposo per provare a recuperare i tanti infortunati (Ibra e Kjaer su tutti) che tengono in ansia il tecnico. 

Intanto Pioli si gode il primato e anche “il ritorno” di Ante Rebic, che si è finalmente sbloccato in zona gol (non segnava da luglio) e ha offerto una prestazione sui livelli di inizio anno, ricomponendo quella catena di sinistra con Theo Hernandez che tanto bene aveva fatto nella passata stagione. Il croato non è comunque l’unica nota lieta per l’allenatore rossonero, che ha scoperto un Kalulu decisamente affidabile al centro della difesa e continua a monitorare la crescita di Tonali. Ragazzi giovani, forse inesperti, ma carichi di entusiasmo come tutto l’ambiente rossonero, che si trova in vetta alla classifica a +10 sulla Juventus e non vuole smettere di sognare.

Così come non vuole smettere di correre l’Inter di Antonio Conte, che magari non incanta per la qualità del gioco ma a Verona ha centrato la settima vittoria consecutiva in campionato e ha finalmente ritrovato quella solidità che a inizio stagione sembrava un po’ smarrita. Molto solidi dietro (al Bentegodi non hanno rischiato quasi niente e il gol è un infortunio di Handanovic), ma con un reparto offensivo, guidato dall’indispensabile Lukaku, prolifico come non mai: era infatti dal 1960/61 che l’Inter non segnava almeno 34 reti nelle prime 14 gare stagionali di Serie A.

Non solo i gol sono tanti, ma vengono segnati quasi tutti nei secondi tempi (23, è record europeo), segno che la condizione fisica dei nerazzurri è ottimale e che la profondità della rosa è un grande vantaggio per il tecnico, che con i cinque cambi può cambiare volto alla sua squadra senza perdere in qualità, muscoli o centimetri. A gennaio inoltre probabilmente la società interverrà con qualche piccolo ritocco sul mercato per perfezionare la rosa in base alle esigenze di Conte e puntare dritto al tricolore. Il calendario dopo la sosta può regalare subito il sorpasso in vetta prima della doppia sfida contro Roma e Juventus, che potrebbe decidere molto del campionato dei nerazzurri. Se l’Inter dovesse battere i bianconeri e volare a +10/12 sarebbe durissima recuperare per la squadra di Pirlo, che a differenza dei nerazzurri da febbraio in poi sarà impegnata anche in Europa. 

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