L'INTERVISTA

Serena spinge l'Inter: "Inzaghi ha il centrocampo migliore d'Italia"

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"L'Inter è solida, compatta, ha il centrocampo migliore d'Italia, ha giocatori in mezzo al campo in grado di fare tutto: sanno interdire, andare in dribbling, arrivare al tiro con velocità e hanno delle tempistiche di gioco immediate". Aldo Serena, ex centravanti tra le altre di Milan e Inter, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, ha commentato così il derby di sabato vinto 5-1 dai nerazzurri. "Nella riproposizione del gioco offensivo ha messo in grande difficoltà il Milan, che non ha preparato bene la partita. Un Milan sottotono, che ha cercato di costruire con giocatori che forse non hanno nella tecnica la propria arma migliore come Calabria, Krunic e Kjaer. Il Milan era spezzato in due e nella fase di costruzione i giocatori più tecnici, Reijnders e Loftus-Cheek erano imbrigliati tra le maglie nerazzurre. Gli attaccanti non avevano spazio per poter muoversi. Quando ha intercettato palla, l'Inter ha messo in grande difficoltà la difesa scoperta del Milan".

Analogia Inter di Inzaghi con la sua Inter dei record di Trapattoni? "Difficile fare già paragoni, ma anche quella mia Inter aveva nel centrocampo il motore indispensabile per le vittorie. Era - ricorda Serena - un centrocampo atleticamente molto forte con Matthaeus e Berti, con Matteoli come equilibratore. L'Inter di oggi ha un centrocampo più omogeneo e completo, con dei cambi di altissimo profilo, Frattesi sarà difficile da tenere fuori. Davanti, invece, Thuram è molto veloce e altruista, si mette a disposizione dei compagni. Se, come ha dimostrato anche sabato, comincia anche ad avere freddezza e lucidità in area di rigore, diventa crack della stagione".

Serena ha parlato anche della Juve: "Vlahovic è un attaccante completo, sa fare tutto e per la sua stazza è anche abbastanza veloce. Ha avuto problemi fisici nella passata stagione. La pubalgia è subdola, ti mette in difficoltà anche psicologicamente perché un giorno stai bene, un altro hai dolori anche pesanti, ti impedisce di allenarti bene. Poi la maglia numero 9 della Juve, che ho indossato, è molto pesante, sei costantemente sotto pressione. Ma lui è un giocatore ambizioso e sono convinto che la Juve abbia fatto molto bene a non farlo partire".

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