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In attesa del Milan, ultima big a scendere in campo (stasera a Bologna), la prima di campionato promuove finora 4 delle 6 “super sorelle”: avvio con il botto per Inter in casa, Napoli, Fiorentina e Juventus fuori. Steccano solo le romane, con i giallorossi fermati all’Olimpico da una coriacea Salernitana e i biancocelesti affossati nei minuti finali a Lecce dall’uno-due dei salentini. Falsa partenza dunque per Mou(rinho) e Mau(rizio) Sarri. È stata una prima giornata finora all’insegna dei centravanti. Hanno firmato in sei: doppietta e tre punti per Osimhen e Lautaro Martinez (primo e secondo nell’ultima classifica cannonieri), doppietta che vale un pareggio per il Gallo Belotti subito a segno dopo aver chiuso lo scorso campionato a quota zero, rigore di giustezza per Vlahovic, in gol (vincente per il Verona) Bonazzoli e in gol (perdente) Immobile. Curioso che solo due dei sei centravanti protagonisti del weekend abbiano sulla schiena il numero 9: Osimhen e Vlahovic. Lautaro veste il 10, Belotti l’11, Bonazzoli il 99 e Immobile il 17. Lo stesso numero che ha portato benissimo a De Ketelaere: l’oggetto misterioso visto (poco e male) nel Milan con la 90 sulle spalle sceglie quasi per provocazione quel 17 che nella smorfia napoletana è ‘A disgrrazia e dopo una stagione a zero gol in rossonero bagna con una rete il suo debutto nell’Atalanta.
A 11 giorni dalla chiusura del mercato ci sentiamo comunque di assegnare già la palma del migliore. Ovviamente non la favorita per lo scudetto, ma la città che più ha stupito in positivo. Trattasi di Genova che come l’anno scorso ha solo una squadra in Serie A ma i cui tifosi stanno facendo le cose in grande, sia con il Genoa neopromosso che con la Sampdoria neoretrocessa.
Il Genoa per esempio ha appena stabilito il record assoluto cittadino di abbonamenti, ben 27.777: le ultime tre cifre sono un simbolico omaggio al fondo americano 777 che da due anni è al timone della società dopo la quasi ventennale gestione Preziosi, fatta di luci (tante) e qualche ombra. Polverizzato dunque il primato precedente che apparteneva alla Sampdoria che nella stagione 1991-92 - quella successiva allo storico scudetto della premiata ditta del gol Vialli & Mancini – aveva staccato 25.186 tessere. Numeri di peso se consideriamo il bacino di utenza (la città di Genova ha 560 mila abitanti, la Provincia ne ha 860 mila e la Liguria 1 milione e mezzo) e il fatto che Genova ha due squadre. In soldoni: 27.777 abbonati su un totale di 860 mila abitanti della Provincia significa che è abbonato il 3,23 per cento dei residenti sotto la sigla GE. Un dato clamoroso, se rapportato ad esempio a quello del record assoluto di tessere toccato nell’estate del 1975 dal Napoli fresco dell’acquisto di Mister 2 miliardi, alias Beppe Savoldi: allora gli abbonati furono 70.228 (più che nove anni dopo per Maradona) ma su un totale di circa 3 milioni di abitanti della Provincia di Napoli, pari al 2,34 per cento dei residenti.
Certo, cotanti tifosi meritano più del tonfo (1-4) vissuto sabato sera nel debutto contro la Fiorentina. Ci vorranno ancora almeno un paio di innesti in difesa e a centrocampo per regalare ad Alberto Gilardino una squadra all’altezza della sua tifoseria. Finora il meglio del mercato si è visto in attacco. Dove sono arrivati Retegui, il centravanti italo-argentino della Nazionale azzurra; Malinovskyj, talentuoso trequartista ex Atalanta e Olympique Marsiglia; Messias, protagonista di due positive stagioni al Milan condite da uno scudetto, una dozzina di gol, 5 assist e tanto prezioso lavoro oscuro. Il fatto che contro la Viola fossero assenti il brasiliano e l’ucraino spiega almeno in parte il tracollo di Marassi.
Al piano di sotto, mai retrocessione è stata accolta con tanta disinvoltura. Per la Sampdoria quella del maggio scorso era la quinta caduta in Serie B dopo quelle targate 1966, 1977, 1999 e 2011. Ma lo spettro del fallimento, della sparizione e di una possibile ripartenza addirittura dalla D ha tenuto a lungo con il fiato sospeso i tifosi blucerchiati. Che alla fine hanno tirato un sospiro di sollievo con l’arrivo della cordata Manfredi-Radrizzani che ha posto fine ai nove anni della tragicomica gestione Ferrero (invero più tragica, sportivamente parlando, che comica...). Questo sarà giocoforza un anno di transizione: di fronte alle corazzate Bari, Cremonese, Palermo e Parma la nuova Sampdoria di Andrea Pirlo parte svantaggiata ma può comunque recitare un ruolo importante nel torneo cadetto puntando alla zona playoff e alla valorizzazione di qualche giovane di prospettiva come Sebastiano Esposito, attaccante classe 2002 di scuola Inter, il portiere figlio d’arte Filip Stankovic, anche lui scuola Inter e anche lui classe 2002, o il 18enne fantasista Marco Delle Monache, inserito qualche tempo fa dall’autorevole tabloid inglese The Guardian nella lista dei 60 calciatori mondiali più promettenti nati nel 2005. Buone notizie anche in chiave doriana dalla campagna abbonamenti: con 17mila tessere è record blucerchiato a livello di Serie B. E la partenza in campionato, con il 2-1 in casa della Ternana, è già un bel segnale.
Insomma, una Lanterna rossoblucerchiata che promette - grazie ai tifosi di Genoa e Doria - di illuminare la Genova del pallone e di farla tornare protagonista. Come, storicamente, merita.