L'approvazione del testo della delibera apre a spiragli positivi per il futuro dello stadio, tuttavia Sala dovrà trovare una maggioranza solida in vista del voto
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La vendita di San Siro a Milan e Inter "sembra essere a un passo" secondo quanto scrive Repubblica. Dopo le enormi difficoltà incontrate nella discussione in Consiglio Comunale, nella seduta di giovedì 25 settembre si è raggiunto il numero legale per approvare il testo della delibera, fissato a venticinque consiglieri presenti. Una piccola vittoria per il sindaco Sala e la sua giunta che possono così guardare con più fiducia alla votazione definitiva di lunedì 29 settembre quando basterà avere la presenza di quindici consiglieri in aula per puntare a ottenere una maggioranza semplice che chiuda definitivamente i giochi.
La situazione non è ancora ben delineata perché due membri della "maggioranza di governo" sarebbero ancora indecisi sul da farsi secondo quanto riportato dal quotidiano romano, tuttavia un'eventuale bocciatura porterebbe a conseguenze ben più gravi di una crisi all'interno della giunta. Milan e Inter si muoverebbero autonomamente con i rossoneri che sarebbero pronti a riattivare il piano San Donato, per ora accantonato e derubricato a nuova sede per "una cittadella per le giovanili", ma comunque mai veramente abbandonato.
In caso di approvazione definitiva, si procederà con ogni probabilità al quasi totale abbattimento di San Siro e sostituito da una nuova struttura sempre in zona con tanto di riqualificazione del quartiere. Molto dipenderà da quanto accadrà lunedì, con tanto di emendamenti legati alla destinazione dei fondi ricavati dalla vendita e rafforzamento delle misure di controllo antimafia pronte a essere inserite nel pacchetto.
Se tutto dovesse procedere per il meglio, i tempi per avere un nuovo San Siro potrebbero essere anche più brevi di quelli inizialmente previsti, complice magari anche l'aiuto di un commissario agli stadi pronto a essere nominato dal ministero dello Sport nei prossimi giorni come anticipato dal responsabile del dicastero Andrea Abodi al fine di accontentare tutti.