Pier Luigi, l'ex portiere della Dea diventato "mitico" per le figurine Panini: "Atalanta? Per la Champions non serbvirà un miracolo"
La morte di Papa Francesco ha acceso i riflettori del mondo sul Vaticano e, in vista del Conclave, ha innescato anche un singolare intreccio di storie che ha riportato alla ribalta la famiglia Pizzaballa. Scorrendo la lista dei cardinali "papabili", è spuntato infatti il nome di Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme lontano cugino di Pier Luigi Pizzaballa, leggendario portiere dell'Atalanta famoso per la sua figurina Panini "introvabile". L'ex numero uno della Dea, oggi 85 anni, ne ha parlato in un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Ho sentito dire che è tra i papabili. Ci siamo conosciuti di persona qualche anno fa, era a Bergamo per una conferenza e abbiamo fatto una chiacchierata. La prima cosa che mi ha detto è stata: ‘Finalmente conosco il vero Pizzaballa’ (ride, ndr). Se diventa Papa stavolta gli regalo la mia figurina".
La parentela? "Mio padre era originario di Spriano, un paesino attaccato a Cologno al Serio, dove è cresciuto Pierbattista. Può essere che abbia avuto un legame di parentela con il papà del cardinale. Probabilmente erano cugini alla lontana, non ne siamo sicuri. Ma un’altra certezza ce l’ho: Neppure lui ha mai trovato la mia figurina. Lo ha raccontato nella stessa intervista".
Ma perché era introvabile? "Ero all’Atalanta, stagione 1963/1964. Stavamo tornando dalla trasferta di Lisbona contro lo Sporting per una partita di Coppa delle Coppe. Avevo subìto un infortunio al gomito e mi ricoverarono all’ospedale di Verona. In quei giorni il fotografo passò a scattare le foto in ritiro, io non c’ero. Nessuno se ne accorse, giocavo poco. Quando l’anno successivo sono diventato titolare, la Panini controllò gli scatti in archivio e si accorsero che il cartoncino non c’era. Andarono in stampa senza la mia figurina".
"Le persone notarono che gli album erano tutti incompleti, mancava la mia faccia - ha aggiunto - Allora furono fatte delle repliche con la nuova divisa. A casa ne ho tantissime, grazie a questo famoso caso ho conosciuto i dirigenti della Panini che me ne hanno fornite un po’. Le regalo ai bambini delle scuole calcio".