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Milan, la difesa fa acqua: Pioli pensa al centrocampo a tre

Nessuno peggio dei rossoneri in Europa da inizio anno: il tecnico questa volta è pronto a cambiare modulo

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Alla fine - pare - si è arreso anche Stefano Pioli, "talebano" del modulo scudetto che tanto impressionò appena qualche mese fa. I diciotto gol subiti nelle sette partite del 2023 non possono davvero essere più considerati un incidente di percorso e qualcosa, lo ha capito anche il tecnico rossonero, va fatto e va fatto subito. Contro l'Inter, quindi, in uno scontro diretto che diventa importantissimo anche nel caso, non impossibile, di un arrivo in gruppo a fine campionato, il Milan dovrebbe passare al centrocampo a tre con l'inserimento, crediamo, di Krunic al fianco di Bennacer e Tonali. 

Già, Tonali. Capitan futuro, fresco di scoppola contro il Sassuolo, è stato uno dei pochi a presentarsi sotto la Curva rossonera per le scuse del caso. Aveva una faccia così, scura, quasi sconvolta, certamente sofferente. La faccia di un milanista vero, colpito nell'orgoglio prima ancora che dai gol, a pioggia, di Berardi e compagnia bella. E aveva la faccia distrutta, perché da settimane, lì in mezzo, si balla che è un piacere. Basta una palla tra le linee e il centrocampo è saltato in un amen. Basta una sovrapposizione fatta bene e si apre una voragine. Come se due anni di lavoro duro fossero scomparsi in qualche settimana. Niente filtro - e infatti la difesa pare quella del Canicattì -, niente pressing e niente nemmeno in fase di costruzione, con i creatori di gioco che non riescono più a trovare il compagno libero e nemmeno a liberarsi loro stessi per ricevere il pallone da portiere e difensori. 

Ma cosa è successo allora? In parte sembra che Stefano Pioli abbia rinunciato alla costruzione dal basso. Il regista non scende più tra i difensori centrali a impostare e si ricorre troppo spesso al lancio lungo sulla punta. Un po' perché Tatarusanu non è Maignan e con i piedi, insomma, anche no. In parte perché i movimenti mandati a memoria sono diventati troppo lenti, prevedibili, e adesso anche ben conosciuti dagli avversari. Fatto sta che la squadra non riesce più ad alzarsi compatta, le linee si allungano e il recupero palla offensivo diventa il delitto perfetto, perché il ritardo nei movimenti crea spazi in cui gli avversari se la ballano che nemmeno la disco music degli anni 80.

E allora, dato che il gioco non si sviluppa più e la palla ce l'hanno sempre gli altri, tocca aggiungere un posto a tavola davanti alla difesa, per non costringere - e si torna all'inizio - Tonali e Bennacer a correre a vuoto come dannati e provare ad arginare gli inserimenti altrui chiudendo gli spazi. Primo non prenderle, anche perché di questo passo hai voglia a cercare alibi in un attacco che punge così così se ogni volta che superano la metacampo gli avversari vanno a dama. 

Fatto sta che dopo essere stati infilati da Inter, Lazio e Sassuolo, è l'ora di provare a ricucire strappi. Dicevamo degli scontri diretti. Pesano, pesano eccome. Un anno fa Pioli, girata l'andata, aveva perso in casa contro il Napoli, pareggiato contro Juve e Inter e vinto contro tutte le altre. Score addirittura migliorato nel girone di ritorno, con il solo pareggio contro i bianconeri a rovinare un percorso che più netto non si sarebbe potuto. Oggi, a pari punti con Lazio e Atalanta, virtualmente al terzo posto, il Milan scivola fuori dalla zona Champions per i risultati contro le avversarie dirette. Dopo l'illusione della doppia vittoria contro Inter e Juve, infatti, è toccato mettere a referto il pari contro l'Atalanta (in rimonta), quello contro la Roma (rimonta subita in questo caso) e la scoppola dell'Olimpico contro la Lazio. Il che, visto diversamente, significa che mentre un anno fa c'era la consapevolezza di essere più forti di chiunque, oggi la sensazione è quella di non essere meglio di nessuno. Sensazione che ultimamente è diventata una certezza.

 Quindi, che si intervenga o meno sul mercato - molto improbabile la prima possibilità -, che ci si lamenti o meno delle prestazioni di Tatarusanu - che non è Maignan, ma non ha certo tutte le colpe -, è evidente che il primo passo da fare è quello di abbandonare l'idea di essere impermeabili a tutto e cominciare ad aprire ombrelli che riparino dal diluvio di gol che sta cadendo su Kalulu, Tomori e il resto della banda. Cambiando idea, anche, mettendosi in discussione. Aggiungendo una coperta per non morire di freddo. Non sarà come il sole di un anno fa, ma magari basterà a superare questo freddissimo inverno.  

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LE STATISTICHE
Era dal 6 aprile 1997 (1-6) contro la Juventus che il Milan non subiva almeno 5 gol in un match casalingo di Serie A.
Il Milan ha subito 18 gol in 7 partite da inizio 2023, piú di qualsiasi altra squadra dei maggiori cinque campionati europei in questo anno solare considerando tutte le competizioni.
Era da settembre 2019 con Giampaolo in panchina che il Milan non collezionava tre ko consecutivi, considerando tutte le competizioni.
Questa è solo la terza volta nella sua storia che il Milan subisce almeno 3 gol in 3 gare ufficiali di fila (Inter, Lazio e oggi); era successo solo nel maggio 1943 e nell’aprile 1956.
Questa è solo la seconda volta nella storia che il Milan subisce almeno 4 gol in due partite di fila considerando tutte le competizioni: era accaduto solo nel marzo 2014 vs Parma e Atletico Madrid.
Il Milan ha subito almeno 4 gol in due gare di Serie A consecutive per la prima volta nella sua storia.
Questa é solo la seconda volta che il Sassuolo segna almeno 5 gol in un match in trasferta di Serie A (l’altra contro l’Empoli a gennaio 2022).
Il Sassuolo ha vinto le ultime tre trasferte contro il Milan in campionato, solo contro Verona (quattro) i neroverdi hanno una striscia aperta di successi fuori casa più lunga in Serie A.
Il Sassuolo ha segnato 5 gol oggi, uno in piú che nelle precedenti otto gare di campionato.
Era da settembre contro il Torino che il Sassuolo non riusciva a vincere un match in trasferta in campionato.
Era dal 12 gennaio 2014 che il Milan non subiva almeno 3 gol in un primo tempo di un match di Serie A, anche in quel caso contro il Sassuolo.
Era dal 22 dicembre 2012 contro la Roma che il Milan non subiva almeno 3 gol nella prima mezz’ora di gioco di un match di Serie A.
Includendo i quattro di oggi, Domenico Berardi ha partecipato attivamente a 18 gol contro il Milan nel massimo campionato (11 reti, 7 assist), almeno 5 più che con qualsiasi altra avversaria in Serie A.
Era dal 29 luglio 2020 contro il Genoa che Domenico Berardi non partecipava attivamente a quattro gol nello stesso match di Serie A.
Davide Frattesi ha già migliorato il suo bottino di gol (5 vs 4) in 20 presenze di questa Serie A rispetto all’intero campionato scorso (36 gare giocate).
Gregoire Defrel non segnava in Serie A dal 26 febbraio 2022 contro la Fiorentina (337 giorni fa) e non segnava in trasferta nel massimo campionato dal 16 maggio 2021 contro il Parma.
Il Milan è la squadra che ha subito più gol di testa nel campionato in corso (8).
Il Sassuolo é al pari dell’Inter la vittima preferita di Giroud in Serie A (tre gol segnati).
Charles De Ketelaere è tornato a giocare un match di Serie A dal 1’ ben 120 giorni dopo l’ultima volta (Empoli-Milan, l’1/10/2022).
200ª partita di Davide Calabria con la maglia del Milan in tutte le competizioni: il capitano è il primo giocatore della rosa attuale a raggiungere questo traguardo con i rossoneri.
Andrea Consigli (458) raggiunge oggi Alessandro Costacurta (458) come 33° giocatore con più presenze nella storia della Serie A.

 

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