Il nuovo è stato ufficializzato e comincerà subito a lavorare: ma sul tavolo troverà parecchi grattacapi da risolvere...
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Questo pomeriggio Igli Tare è entrato nel suo nuovo ufficio di Casa Milan e si ha trovato sulla scrivania una serie di grattacapi da risolvere. Il nuovo allenatore, innanzitutto, ma anche il capitolo rinnovi e il mercato (in uscita) cui far fronte. Il tutto un attimo dopo l'ufficializzazione del suo nuovo ruolo di direttore sportivo del Milan, casella ch'era rimasta senza padrone dopo il licenziamento di Massara e Maldini. Il lavoro dell'ex Lazio, forgiato dall'esperienza con un presidente non proprio semplicissimo come Claudio Lotito, è, va da sé, tutto fuorché semplice a partire proprio dalla decisione più importante, quella cioè relativa all'allenatore per la prossima stagione.
La lista dei papabili, infatti, con tutte le big o quasi pronte a cambiare allenatore, sta andando via via svuotandosi. Italiano, che piaceva un po' a tutti, sembra destinato a rinnovare con il Bologna; Gasperini dovrebbe alla fine farsi convincere da Percassi a rimanere a Bergamo; Antonio Conte non è mai stato del tutto attenzionato ed è in ogni caso pronto a tornare alla Juventus; Allegri, altro nome in cima alla lista del gruppo di lavoro rossonero, è sospeso tra il Napoli e, in caso di addio di Inzaghi, l'Inter. Tra i disponibili restano Roberto Mancini, reduce da un'esperienza non proprio esaltante in Arabia, e Thiago Motta, "nobile decaduto" dopo le meraviglie di Bologna e l'esonero con la Juventus. Altre possibilità? De Zerbi pare deciso a rimanere a Marsiglia, Farioli non convince, Fabregas è inseguito dalla Roma e dall'Inter, quindi non facile da convincere.
Certamente in questo minestrone magari più mediatico che reale, fa di nuovo una certa impressione constatare l'incertezza di un progetto che passa, ad esempio, da "giochisti" a "risultatisti", da tecnici giovani a uomini esperti. Insomma, il bianco e il nero, cui la dirigenza rossonera dovrà cercare di affidare una squadra che sia competitiva. E qui si inserisce il capitolo due del lavoro che attende Igli Tare. La prima missione, se così si può chiamare, dovrebbe essere quella di trattenere i big. Missione, però, che per questioni di bilancio sembrerebbe essere impossibile. L'uomo che permetterebbe al Milan di mettere a posto i conti svuotati dalla mancata Champions in un amen è Reijnders. Per lui è in arrivo a giorni un'offerta del Manchester City che dovrebbe aggirarsi attorno ai 50 milioni. A quella cifra l'olandese non partirà, ma a quota 70 dire no a Guardiola sarebbe più complicato. A meno che quei soldi non possano essere ricavati da altre cessioni. Chi? Chukwueze, Thiaw, Musah, Theo Hernandez, per citarne solo quattro. Cui potrebbero aggiungersi i soldi dei riscatti dei giocatori in prestito (Kalulu? Saelemaekers? Pobega?).
Margine, insomma, per salvare Reijders dovrebbe esserci (sempre che non sia lui a voler partire). Margine, invece, per trattare i rinnovi forse no. Di Theo si sa e sul suo mancato rinnovo ci sono pochi dubbi. Maignan, che aveva di fatto trovato un accordo a gennaio, non ha gradito l'assenza di contatti con la società nei mesi successivi e potrebbe lasciare (piace allo United, ad esempio). Rafa Leao, pur con un contratto ancora sufficientemente lungo, è finito nel mirino del Bayern Monaco e non necessariamente sarà ai nastri di partenza della prossima stagione rossonera. Pulisic vuole capire cosa accadrà. Magari, come per tutti gli altri, scoprire chi sarà il nuovo allenatore. Già, perché il punto di partenza resta quello: chi guiderà il riscatto del Milan?