VERSO MILAN-FIORENTINA

Da Theo Hernandez a Giroud: Pioli, sotto accusa, ritrova i suoi leader

Il tecnico nel mirino di critica e tifosi per il turnover contro la Cremonese e la gestione dei nuovi acquisti. Lo scudetto si allontana e contro i viola serve una reazione immediata

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Che si tratti di un piccolo paradosso è indiscutibile: l'uomo che ha riportato lo scudetto in casa Milan dopo 11 anni e restituito gioco e dignità a una squadra che sembrava alla deriva è finito sotto accusa. Stefano Pioli sta attraversando il suo periodo peggiore da quando è sulla panchina rossonera. Non sono piaciute certe scelte, come l'esclusione di Leao dall'undici iniziale a Cremona, e fa discutere la sua gestione dei nuovi acquisti, tutti utilizzati con il contagocce a parte De Ketelaere, forse quello che ha mostrato fin qui le maggiori difficoltà di ambientamento al nostro calcio. 

Eppure, conti alla mano, in un campionato certamente anomalo, con tutte le big, a eccezione del Napoli, decisamente al di sotto delle aspettative, il suo Milan resta secondo in classifica e, almeno fino a due giorni fa, l'unico contender attendibile degli azzurri in chiave scudetto. Ma cosa è successo quindi?

Che ci siano alcuni problemi è innegabile e non è soltanto una questione di risultati. Spesso, in questa stagione, è stata una questione di gioco, per certi versi anche di determinazione, certamente di meccanismi che non sono più così perfetti come un anno fa. Il punto che risalta maggiormente è la fragilità difensiva. Il Milan, che un anno fa sembrava aver risolto il problema con la coppia Tomori-Kalulu, ha subito 14 gol in altrettante gare di campionato e ha la sesta miglior difesa della Serie A dopo aver chiuso l'anno dello scudetto con la retroguardia meno perforata. A questo va aggiunto un problema vecchio, vale a dire la difficoltà di arrivare facilmente al gol. 

Che al Milan manchi un centravanti da 20 gol - cosa che hanno tutte le principali rivali, dal Napoli all'Inter fino alla Juve e alla Lazio - è noto da tempo come nota è la mancanza di trequartisti e centrocampisti con una decina di reti nelle gambe. Escluso Leao, peraltro molto altalenante fin qui e, forse, con la testa altrove, nessuno degli altri giocatori è particolarmente decisivo sotto porta. Si pensava di poter risolvere la questione con De Ketelaere, ma l'acquisto top del mercato non si sta rivelando all'altezza. Per il resto arriva qualche gol da Rebic - anche lui più che altalenante -, qualcuno da Messias e qualcuno da Tonali. Fine dei giochi. 

Bennacer, decisivo in fase di costruzione, è da un paio di gol a campionato. Krunic è su quello standard, Pobega più o meno anche. Diaz ha già fatto più della sua media. Theo, accentrato per rinforzare un centrocampo che va spesso in sofferenza, ha segnato contro lo Spezia il suo primo gol su azione del campionato e sembra meno devastante, o meno libero di essere devastante, di un anno fa. Ci sarebbe Origi, ma anche lui ancora non ha dato granché. Quindi? Quindi qualcosa a gennaio va ritoccato sul mercato, perché se difendi peggio e fai sempre fatica a segnare diventa più complicato vincere le partite. 

Domenica, contro la Fiorentina, è necessario un immediato cambio di passo per chiudere il 2022 almeno a distanze invariate dal Napoli ed evitare di essere ulteriormente risucchiati in una corsa Champions che potrebbe farsi difficile e pericolosa. Pioli ritroverà Theo e Giroud e farà sicuramente spazio ai suoi titolari, Leao in testa. Poi, però, bisognerà andare più a fondo nei problemi. Perché questo Milan non basta. Non basta davvero. 

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