VERSO IL BIG MATCH

Milan, a Napoli il primo esame scudetto

Al San Paolo contro l'amico Gattuso per confermarsi in vetta. Ma Ringhio ha un'occasione gigante di agganciare le primissime posizioni

  • A
  • A
  • A

Si riparla di scudetto, un po' incautamente va detto, ma dato che sono i fatti quelli che contano Napoli-Milan, posticipo di lusso della giornata 8 di campionato, vale per quella cosa lì che né Pioli né Gattuso vogliono nemmeno pronunciare. Eppure sembra di essere tornati indietro di decenni, perché per la prima volta dai ruggenti anni 90, la sfida del San Paolo profuma di tricolore e il risultato che ne uscirà - ore 20.45 il calcio d'inizio - sarà un primo, se non il primo verdetto di questo campionato. Chi resterà in piedi? Sarà fuga Milan o aggancio Napoli? E ancora: Milan e Napoli sapranno realmente dimostrare di essere squadre in grado di contendere a Juve e Inter, le favorite d'obbligo, il titolo?

La risposta, banalmente, la darà il campo. Intanto però si possono sottolineare alcuni dettagli non irrilevanti. Primo: Milan e Napoli sono, insieme all'Atalanta, le squadre che sono ripartite meglio dopo il primo lockdown per il Covid. Allora si disse che quello non era calcio, che i ritmi si erano abbassati e che la preparazione rattoppata e un poco monca aveva sovvertito l'ordine naturale delle forze in campo. Eppure, qualche mese e molte partite dopo, Milan e Napoli sono di nuovo le squadre che hanno cominciato meglio la stagione. Per Pioli parla il primo posto in classifica, per Gattuso un percorso che, senza la sconfitta a tavolino con tanto di penalizzazione per il caso Juve-Napoli, sarebbe stato quasi netto.

Non basta, però, perché è anche sotto il profilo del gioco che Milan e Napoli sono le squadre che hanno fatto i maggiori passi avanti. Quanto e come sia cambiato il Milan è evidente a tutti. Pioli, assente questa sera dopo la positività al Covid (in panchina Bonera), ha trasformato una truppa rattoppata e depressa in una squadra ordinata, organica e convinta delle proprio possibilità. Certo, Ibra ha fatto il suo in questo senso, ma non è solo l'arrivo dello svedese ad aver modificato gli orizzonti. E' piuttosto la sicurezza di movimenti e schemi mandati a memoria e la crescita esponenziale di alcuni singoli. Un dato su tutti: gli scontri diretti erano stati nel recente passato una specie di agonia. Ora il Milan li gioca alla pari con tutti e, sovente, li vince. Meglio ancora: ora sa di poterli vincere. E ancora: le linee di gioco saranno anche banali, ma sono certe. Chi ha il pallone sa sempre dove giocarlo e ha tre alternative di gioco pronte. Se a questo si aggiunge che nelle difficoltà la palla lunga su Ibra e un'assicurazione sulla vita si capisce facilmente perché Pioli si sia trovato improvvisamente con una squadra competitiva per le mani. Il merito? Di Pioli, per larga parte. Lo diciamo da tempi non sospetti e lo confermiamo volentieri ora che tutti ne hanno riconosciuto la bravura.

Dall'altra parte Gattuso è invece cresciuto insieme al suo Napoli. Rino è stato innanzitutto intelligente. Ha sfruttato il lavoro di Sarri e Ancelotti e ha messo mano alla squadra con cautela. Non ha stravolto, ha corretto, e nelle correzioni ha rigenerato giocatori evidentemente stressati e restituito agli azzurri la brillantezza che aveva caratterizzato le passate stagioni. E ha vinto, che non è poco, una Coppa Italia che sarà stata anche anomala ma in cui ha messo in fila Juve e Inter, non esattamente le ultime arrivate. Il resto lo ha fatto de Laurentiis che gli ha messo a disposizione una rosa che adesso è completa in ogni reparto e permette variazioni sul tema importante. Una su tutte riguarda Osimhen e il modulo. L'attaccante arrivato la scorsa estate dalla Francia ha permesso a Gattuso di allargare gli orizzonti, di trovare manovra e profondità e di proporre un 4-2-3-1 offensivo e spettacolare. Con l'allargarsi della rosa e l'aumento della qualità generale, Rino ha anche imparato a modificare in corsa le partite - era un suo limite in passato - e ad aumentare progressivamente il numero di titolarissimi. Per ogni ruolo ha la riserva perfetta e in ogni ruolo il "rincalzo" è all'altezza del titolare. Un tesoro da sfruttare e che il Napoli sta intelligentemente sfruttando. Proprio l'assenza di Osimhen - nel Milan macherà Leao, ndr - riporta indietro gli azzurri che, a meno di sorprese, dovrebbero riorientarsi sul 4-3-3. Quando peserà questo ritorno al passato lo scopriremo questa sera. L'ultima volta finì 2-2 al termine di una partita combattuta a viso aperto e giocata alla pari. Intanto, però, Napoli torna a essere il centro del nostro piccolo mondo calcistico. E Napoli-Milan a far rima con scudetto.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments