Non è stata una giornata per bomber, almeno non per i nove che alla vigilia di questo 28esimo turno erano già in doppia cifra. Lautaro a Bologna è rimasto tutta la partita in panchina, Vlahovic ha visto l’Atalanta dalla tribuna causa squalifica, Giroud (entrato a una manciata di minuti dalla fine), Dybala, Osimhen, Thuram, Zirkzee, Lukaku e Soulé sono rimasti a secco. Kvaratskhelia e Gudmundsson hanno così raggiunto con i loro gol a Torino e Monza il gruppo dei migliori toccando quota 10 al pari di Koopmeiners, doppiettista contro la Juve. A proposito, non è stata neppure una giornata… per la Vecchia Signora. Che negli ultimi 7 turni ha vinto una sola volta con un gol di un difensore (Rugani) al quinto minuto di recupero contro il Frosinone. Per il resto, 3 pareggi e 3 sconfitte nelle altre sei gare di questo mini-ciclo che l’ha definitivamente allontanata dalla vetta.
RECORD – Sono numeri da record quelli dell’Inter capolista che a -10 giornate si gode un vantaggio di 16 punti sulla seconda in classifica (da ieri il Milan e non più la Juventus). Il paragone con lo score dell’ultimo scudetto nerazzurro (2020-21, in panchina Antonio Conte) è tutto dalla parte di Simone Inzaghi: dopo 28 giornate i punti sono 75 (contro 68: + 7), i gol segnati 70 (contro 67: +3), i gol subiti 13 (contro 27, più del doppio), i clean sheet 18 (17 con Sommer e 1 con Audero tra i pali) contro 10 (tutti con Handanovic in porta). Il vantaggio dell’Inter di Conte sulle inseguitrici tre anni fa di questi tempi era di + 9 sul Milan e di + 10 sulla Juve, adesso siamo a +16 sui rossoneri e a +17 sui bianconeri. Insomma, Simone Inzaghi entra a buon diritto nel Pantheon dei grandi allenatori della Beneamata. In bacheca ha già due Coppe Italia e tre Supercoppe nazionali, più uno scudetto in arrivo, una finale di Champions con un bello strascico di rimpianti e un percorso europeo che mercoledì a Madrid potrebbe portare a nuovi sviluppi.
POKER - Con Lautaro Martinez avviato verso la vittoria nella classifica marcatori (a quota 23 ha 8 gol di margine sul bianconero Vlahovic) si avvicina dunque un poker - scudetto, miglior attacco, miglior difesa e capocannoniere - che l’Inter nei campionati a girone unico ha centrato soltanto una volta. Stagione 1988-89, Giovanni Trapattoni in panchina per lo “scudetto dei record” di un torneo a 18 squadre stravinto con 58 punti sui 68 disponibili (allora la vittoria valeva 2 e non 3). Attacco più prolifico (67 reti), difesa meno perforata (19 gol al passivo), Aldo Serena re dei bomber con 22 centri. Inzaghi come il Trap, insomma. E come nessun altro. Nemmeno l’Inter made in Mourinho del Triplete infatti centrò l’enplein di cui sopra, perché in quella stagione 2009-10 il capocannoniere fu Totò Di Natale dell’Udinese. E l’anno prima, 2008-09, con Ibrahimovic top scorer del campionato e la miglior difesa (32 reti al passivo), i nerazzurri dovettero condividere lo scettro del miglior attacco con il Milan (70). I due titoli vinti “sul campo” da Mancini vantano primati per così dire dimezzati. Nel 2007-08 miglior difesa ma solo il terzo attacco e Del Piero capocannoniere. Nel 2006-07 miglior attacco ma solo la terza difesa e Totti re dei bomber. Laddove non sono riusciti nel poker Mou e il Mancio fallì anche negli anni Sessanta dei suoi tre scudetti il Mago Herrera. Nel primo (1962-63) miglior difesa ma terzo attacco e classifica dei marcatori vinta a pari merito dal romanista Manfredini e dal bolognese Nielsen. Nel ’65 al miglior attacco e al re dei bomber Mazzola (ex aequo però con il viola Orlando) non fece riscontro la retroguardia meno battuta (soltanto quinta). Così come nel campionato della stella 1965-66: prima linea atomica ma solo la quarta miglior difesa e il vicentino Vinicio a trionfare nella classifica cannonieri.
INVOLUZIONE – Vince ma non convince, recita un vecchio luogo comune del calcio che fotografa però bene il momento del Milan alla luce delle sue ultime esibizioni (si fa per dire…) a San Siro. Il risicato 1-0 sull’Empoli regala ai rossoneri il sorpasso sulla Juve e il momentaneo secondo posto. L’eurovittoria per 4-2 sullo Slavia consente di viaggiare a Praga con una certa tranquillità. Ma mentre i cugini nerazzurri collezionano clean sheet (ai 18 del campionato si aggiungono i 4 in Champions e i 2 in Supercoppa: totale, 24 gare senza incassare gol su un totale di 38), la squadra di Pioli continua a subire troppo. In 14 occasioni (su un totale di 39 partite stagionali) il Milan ha infatti subìto due o più reti: è successo 9 volte in campionato (anche contro avversarie di bassa classifica come Lecce, Salernitana, Udinese e Frosinone), 2 in Champions, 2 in Europa League e una in Coppa Italia. E proprio con le amnesie difensive e una cattiva protezione del centrocampo si spiega probabilmente l’annata tutt’altro che esaltante dei rossoneri.
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