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Lazio, Sarri: "Il calcio ora è uno show per fare soldi, non mi riconosco più"

Il tecnico biancoceleste: "Con l'Inter mi aspetto una reazione più da uomini che da giocatori. Immobile sta bene"

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Dopo la debacle di Bologna, la Lazio è chiamata subito a reagire contro l'Inter, ma Sarri teme gli strascichi della sosta per gli impegni delle nazionali. "Difficile capire la situazione quando i calciatori sono in giro per il mondo. Si allenano più in nazionale che nei club - ha tuonato il tecnico biancoceleste -. Non è più sport questo, il calcio ora è uno show in cui tutti i partecipanti cercano di spremere gli appassionati per fare soldi". "Con l'Inter mi aspetto una reazione più da uomini che da giocatori - ha aggiunto -. Col Bologna abbiamo fatto una gara superficiale e i tre gol subiti sono nati da situazioni imbarazzanti". 

Getty Images

"Ci sono tre punti in palio con l'Inter - ha proseguito Sarri -. Non è una partita che può essere uno spartiacque per una società che ha fatto una scelta di rottura come la nostra. E' un anno di costruzione e transizione". "L'importante è gettare le basi, ora non possiamo fare un calcio spettacolare ma dobbiamo trovare un minimo di solidità - ha continuato -. Poi cercheremo di soddisfare la gente, ora ci serve solidità". "Dove può arrivare la Lazio? Non lo possiamo capire ora, dobbiamo capire quanto tempo ci servirà per crescere a livello individuale e collettivo", ha precisato il tecnico biancoceleste.

"Trovare una risposta univoca a una problematica mentale che coinvolge 30 persone e un ambiente intero è difficile - ha proseguito -.  Dobbiamo pensare solo che il lavoro può aiutarci a cambiare la mentalità". "Questo è un gruppo che, nel momento in cui sembra andare nella direzione giusta, diventa superficiale - ha continuato -. La grande partita per me s'è fatta con la Lokomotiv Mosca, quella poteva segnare l'inizio del percorso: in quella squadra lì io mi sono riconosciuto più di quella che ha vinto il derby".

"Io dopo le nazionali ho sempre un certo tipo di timore perché arrivano giocatori che si sono allenati e hanno giocato in 8-9 modi diversi - ha aggiunto Sarri -. Staccano la spina e pensano in modo diverso in nazionale e poi non è scontato che riescano subito a riattaccarla nei club". "C'è sempre un indice di rischio, soprattutto mentale - ha proseguito -. Meglio giocare subito contro un avversario blasonato".

Poi qualche battuta su Immobile e sulle condizioni dei nazionali rientrati. "Ciro da un paio di giorni si allena con noi, sembrava stare bene, stare fermo qualche giorno gli ha fatto anche bene - ha spiegato il tecnico della Lazio -. I nazionali vediamo. Ieri per la prima volta si sono allenati col gruppo, dentro c'erano però ragazzi che avevano giocato 36 ore prima e abbiamo chiesto loro  di non spendere tanto". 

Quanto allo scarso impiego di Radu, Sarri ha le idee chiare. "Fino a poco tempo fa non mi ha dato la sensazione di essere in condizione - ha spiegato -. Lui stesso mi ha detto che dopo il Covid aveva difficoltà a recuperare. Negli ultimi dieci giorni invece l'ho visto in netta crescita e penso che in questo ciclo di partite sarà dentro anche lui".

Capitolo Olimpico. "In tanti si sono lamentati delle condizioni del terreno di gioco, ma solo a me hanno risposto - ha spiegato Sarri -. Quando ne ha parlato Mourinho, nessuno ha replicato". "Il terreno dell'Olimpico non è di alto livello, inutile fare giri di parole, anche la Figc ha pensato di spostare la partita Italia-Svizzera- ha aggiunto -. È scadente. Abbiamo avuto rassicurazioni, aspettiamo il miglioramento". 

All'Olimpico Inzaghi tornerà per la prima volta da avversario, ma Sarri non vuole dare troppo peso alla questione. "La storia degli scontri diretti tra allenatori non ci credo, dipende sempre da chi stai allenando. A Empoli ho perso tante partite, a Napoli poche  - ha spiegato il tecnico biancoceleste -. Inzaghi ha fatto bene alla Lazio e adesso è alla guida di una squadra che potrebbe essere la grande favorita per la vittoria del campionato. Anche se ha ceduto alcuni giocatori, ha fatto acquisti funzionali. Non conosco poi Inzaghi dal punto di vista umano".

Chiusura su Luiz Felipe e la leadership nel reparto arretrato. "Nella linea difensiva ancora nessuno ha preso il controllo, c'è poca comunicazione - ha concluso Sarri -. Non abbiamo chi guida con decisione la linea. Luiz Felipe sta facendo il suo compito bene, ma potrebbe elevarsi a conducente, anche se mi rendo conto che non sia semplice senza avere certezze assolute".

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