L'ex centrocampista ha parlato dei problemi fisici che lo perseguitano anche dopo il ritiro dal calcio
Una carriera brillante che, forse, senza tutti gli infortuni, avrebbe potuto dire ancora di più: quella di Vicente, ex leggenda del Valencia, è la stessa sfortunata storia di molti giocatori dotati di grande talento ma esposti a continue ricadute fisiche che ne limitano il rendimento.
"Mi sarebbe piaciuto non avere tutti quegli infortuni, magari avrei giocato il doppio delle partite al Valencia o avrei giocato in un'altra squadra, non lo so", ha raccontato Vicente nel programma Mano a Mano, condividendo la sofferenza che gli infortuni gli stanno causando anche dopo il ritiro: "Se fossi stato uno psicologo ora starei bene, potrei andare in bici o giocare con mio figlio, ma purtroppo non ci riesco. Ho un appoggio molto precario sulla caviglia e ho subito due operazioni, oltre che tre interventi all'anca destra".
Delle problematiche fisiche sorte durante la carriera calcistica, ma che hanno finito per condizionare anche la sua vita extra campo: "Seduto riesco a resistere con fatica, porto con me un cuscino per sentire meno dolore. Ora sto meglio, me nei primi periodi dopo cinque minuti sentivo il bisogno di alzarmi perché avvertivo bruciore al gluteo. Allo stesso tempo non posso stare in piedi a lungo, l'anca e la caviglia si fanno sentire anche in quel caso".