BOMBER IN CRISI

Vlahovic, primo digiuno e nervi tesi: Dusan tarpato dal gioco di Allegri

In bianconero il serbo ha segnato soltanto 7 gol in 18 presenze e nelle ultime quattro gare non ha mai giocato una partita intera

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© Getty Images

L'immagine di Dusan Vlahovic in panchina al Ferraris è lo specchio del momento più complicato del bomber scelto dalla Juve per iniziare un nuovo ciclo. Viso tra le mani, tanta rabbia e nervi a fior di pelle sono le reazioni del classe 2000 dopo la quarta partita di fila a secco, situazione che l'attaccante non aveva mai vissuto da quando gioca con continuità ad alti livelli. Un blackout che arriva dopo un anno e mezzo al top e dopo un trasferimento che ha cambiato tutto per Dusan, che ora si trova a dover fare i conti con il primo digiuno in carriera con la pesantissima maglia della Juve addosso.

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Numeri alla mano, nella stagione 2021/2022 Vlahovic ha segnato 20 gol in in 24 presenze con la Fiorentina e solo 7 in 18 presenze in bianconero. Una differenza di rendimento importante, che evidenzia un ambientamento più complicato del previsto all'ombra della Mole. "Colpa" di una maggiore pressione da gestire, certo, ma forse anche di qualche aspetto tattico che ha rivoluzionato il modo di stare in campo del serbo e inciso pesantemente sulla sua pericolosità nei pressi dell'area avversaria. Subito a bersaglio all'esordio in bianconero col Verona, Vlahovic poi ha timbrato una doppietta con l'Empoli, e infilato Salernitana, Cagliari e Bologna in campionato e Villarreal in Champions. Un bottino piuttosto magro, segnato anche da 11 gare senza reti. Uno scotto da pagare per un giovane che deve ancora prendere le misure con un ambiente nuovo e pressioni e ambizioni differenti. Ma anche una realtà con cui bisogna imparare a fare i conti rapidamente e a cui bisogna dare risposte rapide e all'altezza. 

Al netto dei gol, infatti, è il rendimento di Dusan dell'ultimo mese a evidenziare il momento no per il ragazzo. Un classe 2000 alle prese con le prime critiche e i primi dubbi. Un disagio che in campo Dusan, ossessionato dal gol, ultimamente mostra giocando in maniera sempre più nervosa e sempre meno incisiva. Atteggiamento che sottolinea le difficoltà dell'ex Fiorentina a puntare la porta in uno scacchiere tattico che certamente non esalta le sue caratteristiche, limitandone fisicità e istinto killer in area. Tarpato dal "non gioco" della Juve e dalla mancanza di cross e imbucate in verticale, Vlahovic è spesso costretto a giocare spalle alla porta e ad addomesticare passaggi complicati lavorando soltanto da boa centrale per far rifiatare la squadra. Una realtà che nelle ultime quattro uscite si concretizza in 272' giocati e zero gol. Tutto condito da tre sostituzioni e una partita iniziata in panchina. Dati che lasciano poco spazio alle interpretazioni sul periodo che sta attraversando il classe 2000. Situazione che alla Continassa sperano si possa già sbloccare mercoledì nella finale di Coppa Italia, l'occasione giusta per mettere a segno due obiettivi in un colpo solo: portare a Torino un titolo in una stagione decisamente sottotono e far tornare il sorriso a Dusan. 

 

 

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