© Getty Images
© Getty Images
I bianconeri nel finale non hanno saputo reggere l'urto dell'avversario attirato nella propria area di rigore. Anche la condizione fisica preoccupa
di Max Cristina© Getty Images
© Getty Images
Cambiano gli allenatori, ma non il risultato. L'antidoto al mal di trasferta che da tempo ormai colpisce la Juventus al di fuori dei confini italiani non è ancora stato trovato e Tudor, come Allegri e Thiago Motta prima di lui, si è dovuto scontrare con una fragilità imprevista. In casa del Villarreal la formazione bianconera, capace di ribaltare il match con una prestazione maiuscola dopo l'intervallo, non è riuscita a portare a casa i tre punti pur dando la sensazione di essere in controllo della sfida dopo aver regalato quarantacinque dei novanta minuti previsti. Invece, chiamatela disattenzione o incapacità di soffrire la pressione avversaria, nel finale è arrivato il beffardo pareggio dell'ex Renato Veiga da palla inattiva dopo aver sfiorato il 3-1 con David fermato dalla traversa. Nulla però viene per caso e la Juventus lontano da casa in Champions League è ormai da tempo che fatica, - dal Villarreal al Villareal.
Eccezion fatta per la tanto straordinaria quanto illusoria vittoria in inferiorità numerica in casa del Lipsia nella passata stagione con Motta in panchina (3-2), nelle ultime 10 partite in trasferta nella maggiore competizione europea la Juventus non ha saputo trovare la chiave per uscire vincente dal campo. Quello di Vila-Real è il quinto pareggio nel periodo a cui vanno però sommate anche quattro sconfitte. Rendimento ben al di sotto delle possibilità considerando anche scivoloni clamorosi come quelli contro Maccabi e PSV.
Ma da cosa è causato questo mal di trasferta? La risposta come sempre in questi casi è difficile da individuare con precisione, ma limitandosi alla prima esterna di Tudor in Champions League alla guida dei bianconeri la sensazione è stata quella di un atteggiamento ancora lontano da quello che una big del calcio europeo dovrebbe avere su ogni campo. Tanto nel primo tempo quanto soprattutto negli ultimi quindici minuti di gioco contro il Sottomarino Giallo, la Juventus è sembrata impaurita e troppo in balìa degli avversari. Se nei primi quarantacinque minuti la formazione di Marcelino con aggressività e velocità ha saputo sfruttare il poco equilibrio in campo dei bianconeri esaltando le proprie qualità, nel finale quando Tudor ha scelto di difendere il vantaggio acquisito la Juventus ha attirato l'avversario al limite della propria area e, ancora una volta, non ha saputo reggere l'onda d'urto fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
Per uscirne servono certezze tecniche e tattiche, elementi a cui al momento né i giocatori né Tudor possono aggrapparsi. Serve tempo, ma non c'è tempo e una condizione fisica probabilmente da migliorare se è vero che nell'ultima parte di gara sono sembrati diversi i giocatori in pieno debito d'ossigeno.