L'ANALISI

Juve brutta, senza idee e carattere: corsa scudetto al capolinea?

A San Siro i bianconeri durano solo 20' e poi crollano: troppi errori tecnici e condizione fisica approssimativa

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Le vittorie contro Bologna e Maccabi Haifa avevano illuso il popolo bianconero che la Juve stesse tornando. A San Siro contro il Milan, però, l'ennesimo passo falso di una stagione che rischia seriamente di essere compromessa già ai primi di ottobre. La corsa scudetto, a meno di clamorose rimonte, si fa davvero in salita, tanto quanto la qualificazione agli ottavi di Champions League e gli ultimi 8 mesi di stagione rischiano di trasformarsi in una lunga e lenta agonia. La Juve è stata squadra solo nei primi 20' del match del Meazza, poi piano piano sono emersi i soliti problemi che paiono sempre più un cancro maligno e inestirpabile. Mancanza di carattere, squadra senza idee, troppi errori tecnici e l'incapacità di reagire dopo lo svantaggio nel recupero del primo tempo: non funziona praticamente nulla e Allegri pare non sapere più dove mettere le mani per guarire una squadra che di grande ha solo il nome e la storia.

Lo stesso Allegri nel post-partita non si è nascosto e ha parlato apertamente di errori tecnici gravi e di limiti dal punto di vista psicologico. Una disamina lucida, che non nasconde delusione e preoccupazione, la stessa di milioni di tifosi juventini che non riescono a vedere la luce in fondo al tunnel. La Juve incoraggiante dei primi 20' ha lentamente perso consistenza e ha cominciato a vacillare in difesa, quella che un tempo era il punto di forza della squadra che ha dominato in Italia per dieci anni di fila. Il doppio palo di Leao è stato il classico campanello d'allarme, il gol di Tomori nel recupero ha spezzato gambe e morale a un gruppo fragile di testa e nel fisico. L'unico alibi attendibile è che il corner da cui è nato il gol del difensore inglese non si sarebbe dovuto battere per un fallo precedente di Theo Hernandez su Cuadrado non ritenuto tale da Orsato. 

Prima, ma soprattutto dopo, la Juve ha fatto talmente poco da perdere il diritto a recriminare. Perché nel secondo tempo c''è stata in campo una sola squadra, quella con la maglia rossonera, che ha fatto il bello e cattivo tempo, aiutata dalla pochezza e dagli errori dei bianconeri. Come nel caso del gol di Diaz che ha chiuso la contesa, servito dal disastroso Vlahovic: per il serbo nessun tiro in porta e tanti appoggi elementari sbagliati, segno di sofferenza e mancanza di serenità. Parlando di singoli, molto deludenti anche le prestazioni di capitan Bonucci, infilato in velocità come un dilettante da Diaz, e Kostic, le cui sgroppate e cross al bacio ai tempi dell'Eintracht sono solo un ricordo. Come la Juve che dominava in lungo e in largo...

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