Juve, Buffon: "Pronto per il Milan"

"L'esordio di venti anni fa resta il mio ricordo più bello"

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Nel giorno del suo ventesimo anniversario dall'esordio, Gianluigi Buffon ha parlato in esclusiva a Premium Sport: "Ricordo tutto: Scala bussò alla mia porta e mi chiese se me la sentivo. Risposi: Certo, se no cosa sono qui a fare?". Un ricordo indelebile: "Non mi abbandonerà mai, sentire la fiducia in una partita così importante". Per sabato, ancora col Milan, è in dubbio per un acciacco: "Ma ci sono alte probabilità di esserci".

Sull'esordio contro il Milan di 20 anni fa e sulla sfida di sabato, dichiara: “Dal Milan al Milan, ma la partita con il significato maggiore rimane quella dell'esordio di 20 anni fa. Era il mio primo giorno tra i grandi. Riguardo al match di sabato, arrivo da un piccolo infortunio ma penso che ci siano ottime possibilità di scendere in campo. Il ricordo dell'esordio è incancellabile, non mi abbandonerà mai: dalla trepidazione per aver sentito la fiducia ricadere su di me, alla grande gioia per farmi finalmente conoscere e dimostrare il mio valore, fino alla consapevolezza dell'opportunità che mi era stata concessa. Un turbinio di emozioni: Nevio Scala bussò alla mia porta e mi chiese se me la sentissi di giocare e io, con un po' di sfrontatezza giovanile, gli risposi che ero lì per quello. La mia risposta lo rassicurò. Tra i senior, molti mi fecero da tutor: a Parma ero considerato il figlioccio di tutti, anche perché ero un po' 'squilibrato': Crippa, Menotti, Melli, Nista, Sensini e tanti altri mi diedero il loro appoggio".

Sui momenti più intensi e sui traguardi raggiunti in carriera, dichiara: "Di momenti belli ce ne sono stati troppi, tantissimi: forse l'apice, collettivamente parlando, è stato raggiunto con la vittoria del Mondiale nel 2006. Mi mancano l'Europeo e la Champions League? È vero, ma ho vinto tutto il resto, come giusto che sia per la carriera lunga che ho avuto, con tantissimi trofei. Qualcosa non l'ho ancora vinto e magari non lo vincerò mai: sarebbe l'ultima tessera del puzzle, ma anche se non arrivassero non cambierebbero la moderata soddisfazione che ho per quello che ho fatto".

Su un possibile futuro in panchina, dichiara: "Dipende dal tipo di ruolo, perché finché gioco spero che non mi vediate mai in panchina. Scherzi a parte, vedremo: ho tante belle idee ma non ho ancora pensato a quello che farò in futuro".
Su Donnarumma dichiara: “Deve pensare a crescere con la calma necessaria per non farsi mettere pressione tra i grandi, anche se già il fatto di scendere in campo a 16 anni con la maglia del Milan e di reggere l'onda d'urto in un contesto dalle alte pressioni anche mediatiche, è un segnale di enorme grandezza. Ha debuttato un anno più giovane di me: i segnali convergono tutti nella stessa direzione, a sto punto starà a lui. Oltre ai segnali, anche le prime partita suggeriscono che potrà fare una carriera straordinaria. Io glielo auguro con tutto il cuore, perché queste sono tra le emozioni più belle che può regalarti la vita. Un consiglio? Cercare di maturare il più velocemente possibile, per capire quali sono le cose giuste e quali le cose sbagliate di questo ambiente”.

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