Juventus-Inter, derby d'Italia capovolto per Marotta

Otto anni nei bianconeri con sette scudetti, il divorzio-lampo e ora l'avventura nerazzurra: è anche la sfida dell'ad

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Se ad inizio stagione qualcuno avesse chiesto a Giuseppe Marotta dove si sarebbe trovato per Juventus-Inter del 7 dicembre, lui non avrebbe avuto dubbi nel rispondere: "Al mio posto, allo Stadium". Le cose sono andate diversamente, e anche in modo piuttosto trumatico. Il dirigente di Varese sapeva che in seno al club bianconero era previsto un ricambio generazionale ma non se lo aspettava così veloce: a fine ottobre l'addio, l'idea di qualche mese di pausa poi la proposta interista accettata con entusiasmo.

Domani Marotta non sarà quindi seduto allo Stadium, anche perché ufficialmente non è ancora stato annunciato (avverrà dopo Inter-Psv di Champions League, primo impegno da nuovo ad interista a San Siro contro l'Udinese il 15 dicembre) ma questo non significa che non ci sarà. Il suo nome, la sua figura aleggia pesantemente su questo derby d'Italia che solo qualche settimana fa credeva avrebbe vissuto con certi colori addosso e ora invece vede capovolto: la missione non è più inseguire l'ottavo scudetto e la Champions League ma fermare chi ha dominato il calcio italiano negli ultimi anni.

Marotta guarderà la partita alla tv forse ricordando quel 1 giugno 2010, primo giorno alla Juventus, e alla chiamata di Andrea Agnelli: salto dalla Sampdoria attutito facilmente, grazie alla società il dirigente 61enne è riuscito a far tornare vincenti i bianconeri, aumentando anche fatturato e forza del brand. Nel corso della sua esperienza a Torino è stato tra gli esponenti juventini più morbidi verso i rivali interisti: vuoi per le frequentazioni milanesi che gli hanno fatto conoscere da vicino Massimo Moratti, vuoi per una questione di ruolo e di intrecci di mercato (non a caso cercò di imbastire lo scambio Vucinic-Guarin nel 2014, poi saltato).

Sembra addirittura volesse puntare su Icardi piuttosto che su Cristiano Ronaldo, prima di cedere i galloni al delfino Paratici. Ora Maurito se lo ritroverà in squadra, e con lui cercherà di far rimpiangere alla Juventus anche quella scelta. Senza cattiveria, i rapporti con l'ex società sono rimasti cordiali, ma con una comprensibile voglia di rivalsa.

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