VERSO QATAR 2022

Italia a Belfast con l'incubo del Mondiale perso nel 1958 e con due dati da cancellare

Gli azzurri hanno un piccolo vantaggio sulla Svizzera ma a Belfast serve ritrovare una capacità realizzativa smarrita. Windsor Park è già stato fatale in passato

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La storia, si sa, ama ripetersi. Per l'Italia e la Nazionale di Mancini però questo non è un buon auspicio se il destino mette al prossimo bivio il Mondiale e l'Irlanda del Nord, con tanto di spauracchio svedese subito dietro l'angolo. Il pareggio 1-1 in casa contro la Svizzera infatti costringerà gli Azzurri a vincere a Belfast, sperando di farlo con un buon numero di gol di margini, ma potrebbe anche non bastare se gli elvetici in casa contro la Bulgaria dovessero fare una goleada. Poi c'è Belfast, in una gara contro l'Irlanda del Nord che richiama incubi lontani ormai 63 anni. Sì perché l'Italia ha già perso un Mondiale a quella latitudine, nel 1957.

Quello con i nordirlandesi e il Portogallo fu il primo vero girone di qualificazioni ai Mondiali che l'Italia disputò, ma che dopo due vittorie casalinghe e una sconfitta (0-3 a Lisbona) ebbe il passaggio cruciale il 15 gennaio 1958 a Windsor Park di Belfast dopo il rinvio della gara originariamente prevista per il dicembre precedente (arbitro impossibilitato a raggiungere la capitale per i voli bloccati dalla nebbia). All'epoca la situazione era addirittura migliore di quella attuale, all'Italia sarebbe bastato uscire indenne dalla sfida per staccare il pass per il Mondiale del 1958... in Svezia. Quel match però è passato alla storia come "la battaglia di Belfast", risultato finale 2-1 per i padroni di casa e addio sogni iridati in quella che è ricordata come la prima disfatta del calcio italiano.

Ora gli spauracchi sono proprio lì, stesso posto e stesso "bar" nella speranza di una storia diversa. Windsor Park e l'obbligo di vittoria, che poi obbligo non è di fatto perché il risultato è condizionato dal match della Svizzera a Lucerna. La paura del playoff e di quella Svezia non raggiunta nel 1958 e incontrata nel 2017 nell'ultimo dramma sportivo tricolore.

Sia benedetto quel 5-0 di inizio settembre contro la Lituania, perché se ora l'Italia può vantare un piccolo ma prezioso vantaggio sulla Svizzera lo deve alla goleada del Mapei Stadium: miglior differenza reti e maggior numero di gol fatti, un +2 sugli elvetici che permette agli uomini di Mancini di volare in Irlanda del Nord potendo contare ancora su un primato in classifica intaccato ma non abbattuto dagli altri passi falsi post-Europei.

Detto che i calcoli è giusto farli a tavolino e che il risultato di Svizzera-Bulgaria è un dettaglio (si fa per dire) su cui non è possibile intervenire, a Belfast l'Italia deve però tornare a trovare la via del gol, su azione, smarrita nel post Wembley. Rigori sbagliati a parte, non un piccolo particolare, due sole reti contro Bulgaria e Svizzera, con Chiesa e Di Lorenzo. Insomma, quel che a ben guardare già si era intravisto nel trionfale cammino europeo, è ora il problema (il maggiore per lo meno) conclamato. E d'altra parte se gli azzurri sono arrivati a giocarsi il pass diretto per il Mondiale del Qatar all'ultima giornata, è evidente qualcosa sia andato storto.

In questo contesto, corsi e ricorsi storici a parte, non va sottovalutata la trasferta di Belfast: i tabellini dicono infatti che in casa l'Irlanda del Nord in queste qualificazioni non ha mai perso e non ha mai incassato reti. Due dati che lunedì sera l'Italia dovrà per forza di cose cancellare. Difficile infatti credere che la Svizzera non superi la Bulgaria.

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