L'attaccante dell'Inter Romelu Lukaku è stato premiato alla Dubai Sports Conference, con un piccolo fuori programma. Premiato dal figlio del sovrano di Dubai Mansoor Mohammed Al Maktoum, agli occhi dei più attenti non è sfuggito un particolare divertente: sulla targa ricevuta il suo nome è stato modificato in "Romello". Nell'evento, giunto alla edizione 14, si è analizzato lo sviluppo globale del calcio con altri protagonisti come Ronaldo, Pjanic e Joao Felix, tutti premiati col nome giusto. L'attaccante dell'Inter ha parlato del tema delicato del razzismo.
"Arrivo dall'Inghiterra dove c'è severità, dove ci sono le telecamere negli stadi e i tifosi aiutano a individuare i responsabili. In Italia bisognerebbe fare lo stesso". Impossibile non tornare sugli episodi di Cagliari in cui è stato protagonista lo stesso Lukaku dopo il gol segnato su rigore: "Quell'episodio è stato triste, era la prima volta che mi capitava in carriera. Come calciatori abbiamo il potere di provare a cambiare le cose; i giocatori, la squadra, devono prendere posizione".
Il messaggio di Lukaku è chiaro, stop al razzismo: "Nello spogliatoio ci sono giocatori di etnie diverse, religioni diverse, ma lavoriamo tutti insieme. Perché allo stadio non possiamo goderci la partita senza soffermarci sul colore della pelle o sulla razza?".
All'Inter Lukaku sta vivendo una delle sue stagioni migliori, fortemente voluto da Antonio Conte: "Al Manchester United sono cresciuto come calciatore e come persona, non sarà mai considerata da me una brutta esperienza. Per arrivare all'Inter mi sono preparato molto, nella mia testa ora c'è più serenità e sicurezza".
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