VERSO MILAN-INTER

Inter, Inzaghi e i soliti noti per una notte che può essere storica

Il tecnico nerazzurro pronto a giocarsi il primo match-ball scudetto affidandosi ai suoi fedelissimi

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Inter, Inzaghi e i soliti noti per una notte che può essere storica - foto 1
© Getty Images

Atmosfera speciale, attesa crescente, speranze e timori che si avvitano su se stessi, voglia di far festa, desiderio di guastarla. Milano freme, il derby si avvicina. Come un anno fa, quando a dividere Inter e Milan erano le ambizioni di Champions sulla via di Istanbul. Giornate calde e febbrili allora, in controtendenza con il vento del nord che negli ultimi giorni ha sferzato la città vestita a festa per la design week, facendone il baricentro dell'Europa glamour. Ma quello di San Siro è affare tutto e solo nostro, tricolore. Lo scudetto sul piatto del derby, uno scudetto reso possibile dai 14 punti che dividono la capolista dai cugini: a Inzaghi servono tre punti per prendersi il primo tricolore, all'Inter il sesto acuto consecutivo nella stracittadina per la seconda stella.

Così, per "l'evento che può essere storico" (parole di Beppe Marotta), nulla di più scontato che affidarsi alle proprie certezze, che altro non sono che gli undici a cui il tecnico nerazzurro consegnerà una maglia da titolare lunedì sera. Torna Lautaro dalla squalifica e si riprende il proprio posto al fianco di Thuram, alla ricerca di un gol che manca dal 28 febbraio. Rientra Pavard e si accomoda davanti a Sommer assieme ad Acerbi e Bastoni. Darmian è il padrone della fascia destra, Dimarco signore di quella mancina. I tre in mezzo, centro gravitazionale dell'Inter, non si discutono: Barella il cuore, Calhanoglu il cervello, Mkhitaryan i polmoni della creatura inzaghiana. Il resto verrà, in corso d'opera. E' solo il primo match-ball, è vero. Ma pesa. Tremendamente.

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