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Inter, da esodato a eroe con una punizione perfetta: per Eriksen la scintilla di una nuova ripartenza

A volte sono il caso e la necessità a determinare le svolte più impreviste e imprevedibili: il gol al Milan può cambiare la storia del danese

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Che sapesse tirare le punizioni lo si sapeva, dal 2013/14 ad oggi solo Messi, Calhanoglu, Pjanic e Ronaldo hanno segnato piú di lui con palla ferma. Che l'Inter, proprio su punizione diretta non segnasse invece da un'eternità era altrettanto noto, l'ultimo gol risaliva infatti al 17 aprile del 2018, firmato da Cancelo contro il Cagliari. Vero è che contro il Milan Christian Eriksen c'era andato già vicino, molto vicino, un anno fa, nel derby di campionato del 9 febbraio 2020 quando da 30 metri fece tremare la traversa alle spalle di Donnarumma. Ieri sera però è arrivata la parabola perfetta (nella traiettoria e nella tempistica), quella necessaria per trafiggere l'impeccabile Tatarusanu e regalare all'Inter la vittoria e il passaggio alle semifinali di Coppa Italia. La scintilla per una nuova ripartenza? Se lo augurano tutti, il danese per primo: "Sono molto contento per la prestazione, ho provato a dare il meglio come sempre: la punizione era perfetta per me, sono strafelice. Sapevamo che sarebbe stata una gara dura. Era una partita intensa e tosta: abbiamo ribaltato lo svantaggio, abbiamo vinto e siamo molto contenti. Dedico il gol a mia figlia appena nata e anche ai tifosi”.

Complice un mercato asfittico causa pandemia e una situazione societaria delicata, il passo da sicuro partente a eroe del derby è stato decisamente breve. Antonio Conte ha speso parole dolci per lui nel post partita, giurando che il danese non se ne andrà e che sarà centrale nel suo progetto, sta ora a Eriksen giocarsi al meglio le chance che gli verranno concesse. Perché a volte, il calcio ne è pieno di esempi, sono il caso e la necessità a determinare le svolte più impreviste e imprevedibili. Un paragone importante? Proprio con il Milan, tornando parecchio indietro con gli anni. Nell'estate 2002, con Rui Costa e Pirlo in squadra, i rossoneri provarono infatti a vendere il talento azzurro preso un anno prima dall'Inter ma ancora inesploso. L'assenza di offerte soddisfacenti, portò allora all'intuizione geniale di Ancelotti che si inventò, quasi per necessità, Pirlo play basso davanti alla difesa... La storia, poi, la conosciamo tutti, perché a volte basta un nulla per stravolgere il corso degli eventi. Paragone scomodo? Paragone eccessivo? Può essere. Ma se riguardate la punizione di ieri sera e quella in un altro derby, quello del 23 dicembre 2007... 

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